Spending review
Sanità, le Regioni devono tagliare 3 miliardi: farmaci, prestazioni, fornitori
Due miliardi e 637 milioni di euro: è questo il peso dei tagli alla sanità che il governo scarica sulle Regioni. Tagli che riguardano il mancato aumento del fondo nazionale (2,352 miliardi), ma anche la riduzione dei fondi per l'edizilia sanitaria (285 milioni): tanti soldi che i governatori dovranno trovare da altre parti. Il Patto della Salute, anticipato da Repubblica, sul qual stanno discutendo i presidenti prevede che la maggior parte dei soldi, circa un miliardo e mezzo, vengano recuperati presso i fornitori di beni e servizi o i produttori di dispositivi medici. Teoricamente. Le misure previste, infatti, non devono essere adottate per forza dalle varie amministrazioni e così andrà a finire che in pochi taglieranno del 4%, come previsto nell'accordo, i contratti con chi fornisce la mensa o pulisce gli ospedali. Farmaci e prestazioni - Oltre 500 milioni di euro, secondo il Patto, dovranno essere recuperati dalla farmaceutica attraverso la revisione del prontuario, la ricontrattazione di prezzi, le prestazioni non appropriate. In pratica, spiega Michele Bocci, si prevede di individuare visite e esami a rischio (ad esempio le risonanze alle articolazioni) e indicare ai medici le "condizioni di erogabilità". Fuori da queste, il cittadino paga per intero la prestazione. E se la Asl scopre che è stato il professionista a definire necessario un esame che non lo era, può ridurre il suo trattamento economico. In questo modo è stimato un risparmio per la Sanità di 200 milioni di euro. Posti letto e convenzioni - Il Patto per la salute stima che sono circa 2 mila reparti inutili negli ospedali: con la loro chiusura, insieme allo stop delle cliniche convenzionate con meno di 40 letti e la riduzione delle centrali operative del 118, si risparmieranno circa 70 milioni. Più in generale, si ipotizza una riorganizzazione del sistema delle Asl.