La scappatoia

Alcoltest, trova il cavillo per annullarlo

Giorgia Epicoco

Finisce davanti alle Sezioni unite la questione del diritto di difesa di chi viene sottoposto all'alcoltest. L'ordinanza 43847/14 depositata ieri dalla Quarta sezione penale della Cassazione solleva dubbi sul momento entro il quale il guidatore può far valere la nullità dell'esame effettuato, senza prima avvertirlo della possibilità di farsi assistere da un difensore. Si è trovato quindi un cavillo giuridico che renderebbe nullo il tanto temuto risultato dell'etilometro. Se le forze dell'ordine, al momento della prova, non elencano tutti i diritti del cittadino in esame, il risultato può essere invalidato. La nullità del test può, però, essere eccepita soltanto fino alla sentenza di primo grado. La mancata comunicazione - Maurizio Caprino, giornalista de Il Sole 24 Ore, spiega che spesso capita che i test dell'alcol vengono effettuati in situazioni confuse, e così accade che, per negligenza o dimenticanza, l'agente non informi l'automobilista che "può farsi assistere da un legale". E non solo, capita anche che le forze dell'ordine si dimentichino di avvertire dei complicatissimi atti che vengono poi inviati al magistrato penale. La guida in stato di ebrezza è una semplice violazione amministrativa solo quando il tasso alcolemico si attesta tra gli 0,51 e gli 0,80 grammi al litro. Sopra questi valori l'alcol test, invece, è il primo atto di una vera e propria indagine giudiziaria. Il Sole 24 Ore ci avvisa però che "Gli agenti possono procedere comunque se l'avvocato del conducente non arriva in tempi brevi". Le Sezioni unite si sono solo limitate a far notare che in caso di eccessivo ritardo del legale il risultato dell'alcol test rischia di "non riflettere più la situazione esistente nel momento in cui l'interessato stava guidando".