Cooperative

Idea e Il Gabbiano, così ad Alessandria i disabili si riprendono la vita

Giulio Bucchi

Dev'esserci un senso in tutto questo, vent'anni dopo l'alluvione, i morti e la distruzione, come se un luminoso disegno si stesse infine per compiere nel cuore di Alessandria. In nome di Rosanna, in nome di Livio, 1994-2014, è come se tutti questi anni non fossero passati invano, ma anzi proprio la ferma volontà di queste persone, Rosanna Benzi, Livio Moscardo, i loro sogni, stessero adesso guidando dal cielo, invisibilmente, impercettibilmente, la mano e la mente, a volte ciechi, dei nostri amministratori pubblici. Si chiamava Idea, vent’anni fa, anzi più di vent’anni fa (è nata il 5 dicembre del 1990), la cooperativa che iniziò da sola il cammino. Idea - perché era questa l’idea di Rosanna, scrittrice genovese vissuta 29 anni in un polmone d’acciaio, e Livio, ma soprattutto dell’alessandrino Paolo Berta, il fondatore e attuale presidente, che si potesse vivere, anziché sopravvivere, una vita vera, autentica, sebbene afflitti da gravi forme di disabilità motoria. Che si potesse, aiutati dall’amore degli altri, riuscire a correre velocemente, con le ali della mente e del cuore, sulle belle e alberate strade cittadine come se la malattia non ci fosse. E ad attraversare il rumore dei giorni con uno speciale sollievo, senza pena, anzi con leggerezza, un’inspiegabile agilità mai conosciuta prima. Di sicuro c’è dietro l’impegno strenuo, coraggioso, quasi eroico di chi, Paolo Berta, in questi lunghi 20 anni non si è mai arreso e ha sfidato, non solo l'alluvione a suo tempo, ma pure gli intoppi burocratici e la catastrofe del dissesto comunale che a valanga rischiava, e ha rischiato, di seppellire ogni speranza. E invece ecco arrivare in Piazzetta Bini numero 5 Mariella e Claudio, i primi due ospiti del nuovo sogno e della nuova comunità. Disabili? Macché, li dovreste conoscere prima di definirli così. Due persone piene di volontà che affrontano ogni giorno la fatica di vivere - che del resto è comune a noi tutti - senza spavento né vittimismo, senza immalinconirsi, combattendo come fanti sul Carso l’immane battaglia contro la depressione. E non è un caso, nemmeno questo, che dopo tanto tempo siamo qui a raccontare del ruolo, anche questo per nulla trascurabile, di un’altra cooperativa dal nome mitologico, il Gabbiano, uccello capace di sfidare qualunque avversità meteorologica, signore del mare e dei suoi riflessi d'oro all’orizzonte. Questa sinergia inaspettata, tra la comunità Rosanna Benzi e quella per minori de Il Gabbiano, ha dato vita alla nuova scommessa: una casa famiglia che ha altri 6 posti disponibili per fare compagnia a Claudio e Mariella in piazzetta Bini numero 5, con la magica supervisione degli angeli custodi del Centro Riabilitativo Borsalino, medici e infermieri che non sanno cos’è la parola riposo, vacanza, tempo libero, quando c'è da aiutare i malati. Il desiderio di Berta finalmente è diventato realtà all’inizio del 2014: creare una casa famiglia per persone con disabilità gravi. Un posto dove gli ospiti si sentono come a casa, hanno una cucina ampia, un soggiorno, camere spaziose e volte affrescate. Gli operatori della cooperativa si sostituiscono ai familiari che, spesso, non riescono a gestire tutto il peso della situazione. Comune, Regione Piemonte e l'Asl di Alessandria, 20 anni dopo l'alluvione, hanno un'occasione grandissima, sostenendo il progetto, di far trionfare la gioia sul dolore, la vita sulla rassegnazione. Occasione da non sprecare. di Brunella Bolloli