Chi soffre in un altro modo

Morte di Loris, il dramma (e le paure) dei piccoli compagni di classe

Andrea Tempestini

L'omicidio di Loris e il clamore mediatico sconvolgono un intero paese. E una scuola, quella in cui andava Loris, e dove, come racconta il Corriere della Sera, tre psicologi dell'Azienda sanitaria provinciale sono entrati in punta di piedi. Hanno un compito difficile, gli psicologi: quello di aiutare una classe intera, la III D della elementare Psaumide di Camarina. Per i bimbi infatti è un Natale complicato, rovinato dalle paure che ha scatenato l'orribile vicenda di Loris, il loro compagno di classe che non c'è più. Più di un bambino, infatti, da settimane vuole dormire con la luce accesa, oppure ha ripreso ad infilarsi nel lettone dei genitori. Per questo il prefetto di Ragusa ha mobilitato gli specialisti dell'Asp e di Telefono Azzurro: ogni giorno vanno a scuola, disegnano delle nuvolette bianche su dei cartelloni e chiedono ai ragazzini di scrivere qualcosa, di riempire quel vuoto, quello simbolicamente lasciato da Loris dopo la sua morte. L'aiuto degli psicologi, però, serve anche ai genitori, che non sanno quale sia il miglior modo in cui comportarsi: bisogna parlare dell'omicidio? Oppure no? "La cosa migliore - hanno spiegato gli esperti alla classe - è quella di seguire tutti insieme in famiglia un solo telegiornale". Poi ci sono quelle domande angosciose a cui i genitori non sanno dare risposta: "Ma allora non si muore solo da piccoli?", chiedono i bambini. Gli psicologi, da par loro, spiegano con calma ai più piccoli che non tutte le madri sono uguali, insomma non sono tutte come Veronica.