Costa Concordia

Schettino: "C'è voluto coraggio per andare sulla scialuppa"

Matteo Legnani

Altra giornata di interrogatorio a Grosseto per Francesco Schettino, a processo per il naufragio della Costa Concordia. E altra "perla" dell'ex comndante, che forse mai come oggi con la frase pronunciata in aula ha tenuto fede al soprannome che i media gli affibbiarono nei giorni successivi al disastro del Giglio: capitan codardo. "In quel momento, tra morire e tuffarmi, ho preferito andare sulla scialuppa". Non contento, ha poi aggiunto: "C'è voluto coraggio, ma sono pronto a prendermi la mia quota di responsabilità". A un certo punto però Schettino si è commosso e ha abbassato la testa, quando ha ricordato le fasi del definitivo ribaltamento della Concordia: "Purtroppo c'erano persone rimaste incastrate tra i terrazzini. Sono momenti indimenticati". Per l'imputato, però, le sue azioni non furono dettate dalla paurai: "Servì avere coraggio a stare sotto la Costa Concordia che stava ribaltando", perché "tranne le scialuppe e l'equipaggio della Concordia, nel mare del Giglio non ho visto altre scialuppe, imbarcazioni che fossero venute sotto la nave che stava abbattendo".