L'accusa

Loris, la madre 5 ore dai giudici. La gente le urla: "Vergogna"

Ignazio Stagno

Dopo un lungo interrogatorio, Veronica Panarello è stata trasferita nel carcere di Catania. Prima dell'arrivo alla casa circondariale, la Panarello ha dato alcune risposte agli inquirenti. La donna, interrogata nella questura a Ragusa per 5 ore, ha risposto martedì alle domande del procuratore capo, Carmelo Petralia, e del sostituto Marco Rota. Malgrado le puntuali contestazioni dei magistrati, è rimasta ferma sulla sua versione dei fatti. "Io collaboro, collaboro - ha detto al termine dell’interrogatorio - ma non ho ucciso mio figlio". Ma per gli inquirenti Veronica Panarello avrebbe provocato la morte di Loris per soffocamento "aggredendolo mediante azione di strangolamento portata con l’uso di una fascetta stringicavo in plastica". Per i pm infatti Veronica Panarello si è "resa responsabile dell’omicidio del proprio figliolo, con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo" e parlano di "gravi indizi di colpevolezza" nei confronti della mamma del piccolo Loris. Insulti alla donna - Subito dopo l'interrogatorio, la Panarello è stata trasferita al carcere di Catania. Una piccola folla, che si era radunata davanti alla questura di Ragusa, all’uscita della donna le ha gridato: "Vergogna, vergogna". Applausi, invece, al passaggio delle auto degli inquirenti. Secondo gli inquirenti Nelle prossime ore, la donna sarà sentita anche dal Gip, che dovrà decidere se convalidare il fermo ed emettere ordinanza di custodia cautelare entro 48 ore dalla notifica del provvedimento di fermo avvenuta lunedì sera e fondata sul pericolo di fuga dell’indagata.  La difesa dell'avvocato - "Veronica Panarello ha ribadito la sua versione fornita il 29 novembre scorso sulla scomparsa del figlio, confermando fino in fondo la sua ricostruzione", ha detto l’avvocato Villardita. Quanto alle condizioni della donna, dopo l’interrogatorio, l’avvocato ha detto che la donna è "Serena per l’inchiesta, ma distrutta dal punto di vista umano: le manca suo figlio e anche la sua famiglia". Villardita ha anche aggiunto: "Quella della procura di Ragusa è stata un’indagine leggermente frettolosa". "Sono certo - ha detto - che alla fine si potrà giungere alla verità. È stato un interrogatorio lungo - ha aggiunto - al quale la mia cliente ha risposto punto su punto, rimanendo ferma sulle sue posizioni: lei è innocente e ha confermato di aver portato il bambino a scuola e di essere andata poi a Donnafugata".