Il disastro al Giglio
Concordia: Schettino depone al processo di Grosseto
Al processo in corso a Grosseto sul naufragio della Costa Concordia nel gennaio 2012, oggi era il giorno della deposizione del comandante Francesco Schettino. Il quale, con la mancanza pressochè totale di sensibilità già mostrata in altre occasioni, ha spiegato alla corte che con l'inchino al Giglio voleva "prendere tre piccioni con una fava". E cioè, come ha poi spiegato, "un paio di crociere prima, l’ex comandante Mario Palombo si complimentò con il maitre Tievoli, a bordo della Concordia, per il trattamento riservato a degli ospiti. E Tievoli me lo ricordò quella sera, così decidemmo di ripeterlo. Il terzo "piccione" é Costa Crociere. "Lo abbiamo fatto anche per una questione commerciale, così la gente da terra poteva fare le foto e i passeggeri potevano vedere l’isola. Dei francesi me lo chiesero anche a cena". Schettino, ricordando che i passaggi sotto costa si sono sempre fatti, ha aggiunto che «il comandante della nave ha la "facoltà di tracciare la rotta ma non ha obbligo di informare l’armatore. Non c’era pianificazione di navigazione turistica, come si fa in un golfo con sosta. Si è trattato di una accostata e quindi non c’era bisogno di avvisare". Secondo indiscrezioni, la procura di Grosseto sarebbe intenzionata a chiedere oltre vent'anni di carcere per Schettino, come responsabile del naufragio: lo ha detto il procuratore Francesco Verusio, durante una pausa dell'interrogatorio. Per i vari reati, Schettino potrebbe essere condannato a circa 22 anni.