Toghe sporche

Napoli, magistrato a giudizio per i rapporti con i Casalesi

Nicoletta Orlandi Posti

Accusato di aver rivelato a due persone collegate al clan dei Casalesi «notizie delicate e riservate accolte attraverso intercettazioni telefoniche», il magistrato Raffaele Marino, già della Dda a Napoli e procuratore aggiunto a Torre Annunziata, è stato rinviato a giudizio. Insieme con lui il gup Simonetta D’Alessandro ha rinviato a giudizio anche i sottufficiali dei carabinieri Carmine Confuorto accusato d’aver fatto da tramite tra il magistrato e Giuseppe Massarini e l’avvocato Catello Di Capua collegato con i Casalesi. Il provvedimento è stato anche comunicato dal giudice D’Alessandro al Csm e dagli organi disciplinari. Il processo anche per favoreggiamento personale è stato fissato per il 5 febbraio prossimo davanti alla  seconda sezione penale del Tribunale di Roma. Attualmente Marino è giudice presso il Tribunale di Pistoia. I fatti contestati risalgono al 6 ottobre 2010 quando Marino convocò nel suo ufficio Confuorto per comunicargli le notizie da trasmettere a Massarini e Di Capua, notizie «che non poteva dire per telefono». La mattina del 7 Confuorto si recò a Palazzo di Giustizia ricevendo le informazioni che rivelò, si legge nel provvedimento del giudice immediatamente a Massarini e Di Capua «contigui al clan dei Casalesi». Fu una delle informazioni che riferiva dell’imminente arresto dell’avvocato Di Capua, provvedimento che fu poi notificato effettivamente.