Ravenna

Maltrattamenti all'asilo: tre anni e due masi a maestra

laura vezzo

Due maestre dell'asilo Mazzanti di Conselice, in provincia di Ravenna, sono state condannate in abbreviato a tre anni e due mesi e a un anno e otto mesi per maltrattamenti su minori. Si tratta della coordinatrice Monica Medri, 52 anni, e dell'ausiliaria Aba Nigro, 45enne. L'educatrice, anche lei di 45 anni, Michela Brunetti ha, invece, patteggiato un anno e otto mesi all'inizio del processo entrato nel vivo nella mattinata del 13 novembre, e che vede ora imputata anche una quarta maestra, la 59enne Alba Alberti, educatrice e referente per il Comune di Conselice; l'insegnante sarebbe accusata di favoreggiamento, perché pur sapendo avrebbe ostinatamente taciuto. I maltrattamenti sui bambini - Schiaffi, strattonamenti, tirate per i capelli, bambini chiusi al buio in bagno o nello sgabuzzino delle pulizie solo perché piangevano. O lasciati sporchi per una sorta di ritorsione o ancora obbligati a mangiare il cibo vomitato. E poi tante offese, soprattutto verso i bimbi meridionali e gli stranieri. E' il quadro generale che secondo le quattro tra educatrici e ausiliarie sentite in Tribunale, aveva caratterizzato quotidianamente l'asilo nido comunale ''Mazzanti'' di Conselice, nel ravennate, tra il settembre 2006 e il dicembre 2010, periodo per il quale le indagini dei carabinieri della locale avevano accertato vessazioni verso almeno 42 bimbi tra gli 11 e i 36 mesi. La denuncia - La denucia sarebbe arrivata da un'ausiliaria dell'asilo, originaria di Mugnano (Napoli), ma residente nel ravennate. La donna ha, infatti, riferito di episodi ripetuti nell'ambito dei quali se "un bambino veniva preso di mira, per lui era la fine: se non voleva stare seduto, veniva alzato e sbattuto; se un bimbo era tranquillo, veniva lasciato perdere. Se invece piagnucolava, veniva massacrato". E ancora: "Tirate per i capelli e qualche ceffone, magari di nascosto per non lasciare segni". Secondo la teste, l'ispiratrice di tutto era Monica Medri verso la quale le altre nutrivano una specie di timore-sudditanza. Molto importante anche la testimonianza di un'altra educatriche, che ha preferito farsi trasferire, piuttosto che rimanere in questo asilo degli orrori: "All'asilo c'era una bimba inappetente che rigurgitava il cibo. E allora la Medri la obbligava, aprendole le mandibole, a mangiare quanto rigurgitato mettendole in bocca il cibo a forza. La bimba vomitava e lei insisteva". Ma questa bimba non è un caso isolato, aggiunge l'insegnante: pare fosse, infatti, una tecnica di punizione frequente quella di far mangiare ai bambini il cibo vomitato.