L'annuncio del ministro

Marco Vallisa è stato liberato, il tecnico fu sequestrato in Libia

Nicoletta Orlandi Posti

Marco Vallisa, il tecnico italiano della ditta Piacentini rapito in Libia a Zwara il 5 luglio 2014 è rientrato in Italia. L'annuncio della sua liberazione è stato dato nella notte dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: «Esprimo profonda soddisfazione per la liberazione di Marco Vallisa ora in volo per l’Italia», ha scritto in una nota Gentiloni. «Desidero ringraziare calorosamente - aggiunge - tutti coloro che hanno lavorato per il felice esito della vicenda. Tale risultato è il frutto di un gioco di squadra dell’Unità di Crisi del ministero degli Esteri e C.I., dei nostri Servizi d’informazione e dell’ambasciata d’Italia a Tripoli. A tutti esprimo il mio più vivo apprezzamento per la dedizione e la professionalità dimostrata e per l’efficace e paziente azione. Un particolare ringraziamento alla famiglia per la fiducia nel lavoro delle istituzioni». «La liberazione di Marco Vallisa - ha commentato Giacomo Stucchi, presidente del Copasir - è un ottimo risultato che dimostra ancora una volta l’elevata qualità del lavoro svolto dalla nostra Intelligence, con cui è giusto complimentarsi. Un successo che fa ben sperare per una positiva soluzione anche per gli altri italiani ancora oggi sequestrati». Il tecnico sta raggiungendo Roveleto di Cadeo, la cittadina emiliana dove vive con la moglie Silvia Bolzoni, farmacista del paese e consigliere comunale, e i tre figli che frequentano le scuole elementari. Estorsione - Vallisa, 53 anni e esperto di costruzioni era scomparso insieme con altri due colleghi, il bosniaco Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri, nella città costiera di Zuwara, abitata in prevalenza da berberi. La loro macchina era stata ritrovata con le chiavi inserite nel quadro, circostanza che rafforzava la tesi del rapimento a scopo estorsivo. La scomparsa dei tre è avvenuta infatti nell'ovest del Paese, zona lontana dalla Cirenaica in cui si concentrano le forze 'jihadiste'. Per la sua liberazione parrebbe sia stato pagato un riscatto di quasi un milione di euro. Le indiscrezioni provengono dall'agenzia France Presse che ha riportato le affermazioni di una fonte della sicurezza locale che chiede di restare anonima. Secondo quanto raccontato, Vallisa sarebbe stato tenuto prigioniero da un gruppo armato, di cui non è stata fornita l'identità, alla quale è stato corrisposto il riscatto. Ancora sequestrati - Con la liberazione di Vallisa, restano 5 gli italiani sequestrati da gruppi armati in diverse aree del mondo. A iniziare da padre Paolo Dall’Oglio, le cui tracce si sono perse il 29 luglio 2013, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo in Siria, Gianluca Salviato in Libia e Giovanni Lo Porto in Pakistan, quest’ultimo rapito il 19 gennaio 2012. Da tempo la situazione degli italiani rapiti all’estero è costantemente seguita dalla nostra Intelligence, e in particolare dal Direttore del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo, e dal direttore  dell’Aise, Alberto Manenti, capo degli 007 di Forte Braschi.