L'inchiesta di Cremona

Torna l'incubo calcioscommesse: Conte e Mauri di nuovo nel mirino delle indagini

michele deroma

Ancora combine nel calcio italiano, e il calcioscommesse porta di nuovo nomi di primo piano nell'occhio del ciclone. Nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Cremona, infatti, sono stati portati alla luce nuovi casi di partite truccate, risalenti anche al 2007, in cui sarebbe protagonista pure il Sassuolo. Ma è su Antonio Conte, ct della Nazionale, e Stefano Mauri, capitano della Lazio, che si concentrano di nuovo i dubbi sulle indagini. Le parole chiave - A numerose persone finite sotto inchiesta, sono stati infatti sequestrati circa duecento apparecchi elettronici: computer, cellulari e tablet. Il procuratore del tribunale di Cremona, Roberto De Martino, ha ordinato la ricerca di diciannove parole chiave in questi apparecchi: abbraccio, assegni, beppe, bolognesi, cambiale, cervia, civ, garanzia, gol-gol, handicap, makelele, over, ovetto, pareggio, under, uovo grande, uovo piccolo, vittoria, zingari-zingaro. Le parole sono state puntualmente trovate negli apparecchi di ventisette indagati, e sono state usate per lo più nell'ambito di messaggi con personaggi rimasti finora fuori dall'inchiesta. Conte e Mauri - E' stato sequestrato anche il computer di Antonio Conte. Ma dopo aver trascritto i dati, gli inquirenti si sono trovati davanti ad una grossa sorpresa: la copia forense relativa alle analisi sul pc del tecnico della Nazionale, infatti, è risultata illeggibile, e non potrà essere utilizzata dal gip e dal procuratore Di Martino. Il fatto ha suscitato qualche perplessità da parte degli avvocati delle altre persone indagate. A dir poco misterioso, anche quanto accaduto con il cellulare di Stefano Mauri, capitano della Lazio: Mauri non ha voluto fornire il codice pin della propria sim, e così il suo cellulare non è stato analizzato. Come lui, non hanno fornito i dati della propria sim neppure Ivan Tischi, ex Pescara, e Mauro Bressan, considerato braccio destro di Amir Gegic, uomo chiave dell'inchiesta. Lo "strano caso" di Burini - Caso diverso per Luca Burini, manager e promoter, che ha lavorato in Cina per una società di ceramiche di Bologna, e tuttora accusato di riciclaggio di denaro assieme a Beppe Signori e Gigi Sartor: le conversazioni trovate sul suo pc sono risultate indecifrabili, persino dal traduttore di Google. Un mistero sempre più fitto, in attesa dell'udienza del 29 ottobre: le perizie devono comunque essere ancora completate.