Privilegiato

Stangata di Marino sui parcheggi, ma lui ha il posto gratis in Senato

Eliana Giusto

Il 22 maggio 2013 il Senato ha accolto, con 179 voti a favore, 67 contro e 10 astenuti, le dimissioni da senatore di Ignazio Marino, candidato sindaco nella Capitale. Sono passati 499 giorni e Marino, ora primo cittadino, beneficia ancora dei privilegi di Palazzo Madama. Il sindaco chirurgo, che ad agosto ha aumentato le tariffe delle strisce blu ed abolito ogni tipo di convenzione agevolata per la sosta prolungata, può invece parcheggiare la propria vettura personale, davanti al Senato, sulle strisce bianche, gratuitamente, 24 ore su 24, in piazza di San Luigi de’ Francesi. I fatti erano noti da tempo ma ieri mattina Roberta Angelilli, coordinatrice regionale del Nuovo centrodestra per il Lazio e il deputato Vincenzo Piso hanno organizzato, assieme ai giovani Ncd un flashmob davanti all'automobile, una Fiat Panda rossa, dell’ex senatore. «Marino è sì primo cittadino ma in quanto unico a godere di privilegi sconosciuti a tutti gli altri abitanti della Capitale», ironizza Angelilli, che annuncia una petizione on line, sul sito Change.org contro l’aumento delle strisce blu e il ripristino delle tariffe agevolate. «È una vergogna», insiste l’ex parlamentare europea, «è come se io andassi a Bruxelles e pretendessi di avere ancora una scrivania. Marino posteggia gratis quando i romani sborsano 240 euro al mese per parcheggiare». L’inquilino del Campidoglio con l’aumento delle tariffe avrebbe voluto disincentivare l’uso della macchina. Peccato però che i mezzi pubblici cadano a pezzi. E non in senso metaforico. Giovedì mattina all’Infernetto, zona residenziale al sud di Roma amata dai calciatori delle squadre capitoline, è stata sfiorata la tragedia, ne dà notizia il sito Romareport.it. Il controsoffitto di un bus è crollato in terra accanto ai sedili, sfiorando i passeggeri ma per fortuna senza procurare danni a chi era a bordo. Per i viaggiatori infuriati l’Atac, azienda di trasporto urbano, non ha predisposto mezzi sostituvi e sono rimasti tutti a piedi, alle sette del mattino. Autobus che cadono a pezzi e, come se non bastasse, linee soppresse secondo un piano di razionalizzazione che punisce i viaggiatori. Solo a Roma Nord (dove ancora non sono terminati i lavori dei danni provocati dall’alluvione dello scorso febbraio) sono state cancellate 21 linee. Eppure i mezzi ci sono basti pensare che nel deposito di Grottarossa, come ha denunciato “Striscia la notizia”, dopo la segnalazione del consigliere regionale e membro della commissione Trasporti Fabrizio Santori, che presenterà una denuncia alla procura della Repubblica, ci sono 180 mezzi mai usati. Un parco macchine fermo da 6-7 anni e costato ai romani 5 milioni di euro. Mezzi intonsi, persino elettrici, da adibire al servizio scolastico e dotati di pedane per disabili. Tutto questo mentre nella maggior parte dei quartieri della Capitale i bambini non possono usufruire del servizio di scuolabus comunale. L’Atac si giustifica spiegando che «c’è un contenzioso in atto con l’azienda che li produce perché le prestazioni dei mezzi non sono quelle richieste. E quindi i mezzi non si possono usare». Intanto, come annunciato dalle previsioni meteo il maltempo è arrivato nella Capitale, allagando, in poco meno di mezz’ora, diverse zone della città, perché le caditoie che dovrebbero essere pulite sono intasate. Giovedì la metro B si è fermata creando disagio ai passeggeri, mentre la stazione metro Battistini si è allagata. Traffico in tilt e allagamenti anche via dei dei Colli Portuensi, via della Pisana, via Marmorata, lungotevere delle Armi, via di Tor Vergata, via Laurentina e via Appia. Così come nella zona dei Castelli, all’Anagnina, ma anche sul litorale. Nel quartiere Nomentano un ramo di un albero è caduto sopra un’auto guidata da una donna incinta. Sulla Cristoforo Colombo, dove lo scorso dicembre è morto un motociclista di 41 anni per la caduta di un pino, un ramo si è staccato di albero, precipitando sul parabrezza di una vettura e distruggendone il cofano. Il conducente è rimasto illeso. Il sindaco Marino lo scorso anno si giustificò spiegando che «non c’erano i fondi per effettuare le potature». di Chiara Pellegrini