Morte e falsità

Omicidio Yara, crolla l'affidabilità di mamma Bossetti: "Anche il terzo figlio è illegittimo"

Francesco Rigoni

Accanto al dramma della giovanissima vita spezzata di Yara, c’è quello familiare di casa Bossetti. Un castello di inganni che non aiuta le indagini e di certo non fa bene neppure ai protagonisti involontari di questo dramma di provincia, a partire da Giovanni Bossetti l’uomo che ha cresciuto come padre un figlio non suo. Tre figli per tre padri - Anzi, tre. Oltre a Massimo - 44 anni, in carcere dal 16 giugno con la terribile accusa di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio - e la sua gemella Laura, anche il terzo figlio, Fabio, 39 anni, titolare di una piccola impresa di materiale elettrico, in realtà ha un altro padre naturale. Che non è Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno con cui la mamma del presunto assassino di Yara tradì il marito quando già era sposata. Ester Arzuffi, 67 anni, continua a urlare ai quattro venti di non aver mai tradito il marito. Né con Guerinoni, né con alcun altro uomo. Non è così, e il Dna dei tre figli lo dimostra. In tutta la sua drammaticità umana che si riflette, tuttavia, anche sull’inchiesta della procura di Bergamo e dei carabinieri. Menzogne, bugie, ombre e dolore - L’atteggiamento della donna viene infatti inquadrato in un contesto di bugie che si estendono - prolungandosi in una ragnatela di emozioni e sentimenti contrastanti - alle indagini. Com’è possibile infatti, si domandano inquirenti e investigatori, che pur essendo stata sottoposta all’esame del Dna, insieme ad altre 2 mila donne, nel 2012, Ester Arzuffi non abbia mai parlato con suo figlio Massimo? Era ben consapevole di quello su cui indagavano i carabinieri del Ris e del Ros: cercavano la donna che aveva messo al mondo "Ignoto 1", frutto di una love story con Giuseppe Guerinoni. Davvero Ester non hai mai aperto il suo cuore al figlio Massimo? La sua opposizione alla verità oggettiva, scientifica, riguarda anche il figlio minore, Fabio appunto. Una finestra di vita privata che si affaccia però su una storia di morte e di falsità. Gambirasio contro legale Bossetti: "Inaccettabili illazioni" - Per la prima volta dopo molto tempo la famiglia Gambirasio interviene nel dibattito imperniato sulle indagini sull’omicidio della figlia Yara. E lo fa dopo che uno degli avvocati dell’arrestato Massimo Bossetti ha dichiarato durante una trasmissione di una tv locale: "Secondo noi non si tratta di un omicidio a sfondo sessuale, le indagini sono unidirezionali su Bossetti ma ci sarebbero da fare tanti altri accertamenti. Noi, con tutti i nostri limiti, li stiamo svolgendo e c’è anche l’ipotesi di una vendetta contro la famiglia Gambirasio, ipotesi che non è mai stata presa in considerazione seriamente". A questo ha risposto un comunicato dei Gambirasio: "Siamo da sempre convinti che i processi debbano essere celebrati nelle aule dei Tribunali e non nei salotti televisivi. Per questa ragione ci guardiamo bene dal partecipare ai dibattiti televisivi sul tragico caso di Yara. Usciamo, però, oggi dall’abituale riserbo per dire che è del tutto inaccettabile che uno dei difensori del sig. Massimo Bossetti, nel corso dell’ennesima trasmissione televisiva, abbia evocato nuovamente l’ipotesi di una presunta vendetta ritorsiva nei confronti della famiglia Gambirasio. Se il difensore del sig. Bossetti ha degli elementi concreti che vanno in quella direzione li porti non in televisione, ma in Tribunale ed in quella sede ci confronteremo. Se invece non li ha, e siamo convinti che sia così, si astenga dal rilasciare simili dichiarazioni. La famiglia Gambirasio ha sofferto fin troppo per dover anche sopportare sospetti ed illazioni fondate sul nulla".