La sentenza

Cassazione, attenuante anche in caso di "stupro completo"

Gian Marco Crevatin

Un uomo di 48 anni in Veneto, condannato per violenza sessuale ai danni della moglie ha ottenuto l’attenuante in Cassazione (e quindi il relativo sconto di pena) per aver commesso un fatto "di minore gravità". Ad avviso della Suprema Corte, gli imputati per stupro possono ottenere in questo modo la suddetta attenuante anche nel caso di "violenze carnali complete" ai danni delle donne.  Il ricorso - L'uomo si è difeso in Cassazione chiedendo le attenuanti alla luce del fatto che, a detta della difesa, le violenze avvenivano solo quando lui era ubriaco. Tesi alla quale si è opposto con forza il pg della Cassazione Pietro Gaeta che ha sollecitato l'inammissibilità del ricorso. Ciò nonostante, Il giudice di legittimità di ultima istanza ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Venezia (ottobre 2012) e ha disposto un nuovo esame del caso sulla possibilità di applicare le attenuanti. Il "ricorso fondato" - In particolare, la Corte Suprema , giudicando "fondato" il ricorso dell’uomo, affermando che "così come l’assenza di un rapporto sessuale completo non può, per ciò solo, consentire di ritenere sussistente l'attenuante, simmetricamente la presenza dello stesso rapporto completo non può, per ciò solo, escludere che l’attenuante sia concedibile, dovendosi effettuare una valutazione del fatto nella sua complessità". Minore gravità - Nel dettaglio, la Terza Sezione penale ricordato che lo scopo di pena "deve considerarsi applicabile in tutte quelle fattispecie in cui, avuto riguardo ai mezzi, alle modalità esecutive e alle circostanze dell'azione, sia possibile ritenere che la libertà sessuale personale della vittima sia stata compressa in maniera non grave". Ci sarà, dunque, un nuovo esame della vicenda perchè il giudice del precedente grado di giudizio non ha "tenuto conto degli stabili approdi interpretativi" della Cassazione.