Antisemitismo e violenza
Volevano violentare una studentessa ebreae dar fuoco al negozio di un ebreoDieci militanti di Casa Pound in manette
Lo stupro di una studentessa universitaria ebrea e l'incendio di una gioielleria gestita da un ebreo. Erano questi i progetti dei militanti di Casapound raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip presso il tribunale di Napoli su richiesta della sezione distrettuale antiterrorismo della Procura sezione distrettuale antiterrorismo.Sette sono stati arrestati (due sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari) altri tre hanno ricevuto l'obbligo di dimora presso le proprie abitazioni. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione sovversiva, banda armata, detenzione e porto illegale di due pistole calibro 9x21 e di materiale esplosivo, tra molotov e bombe carta e lesioni personali aggravate. L'ordinanza è stata consegnata agli indagati residenti a Napoli, Salerno e Latina. Assalto ai centri sociali - I carabinieri del Ros che hanno condotto le indagini hanno eseguito anche 28 perquisizioni e sequestrato un circolo denominato 'Berta' utilizzato come ritrovo abituale del gruppo, al cui interno venivano "organizzate tutte le azioni violente da attuare nel corso delle manifestazioni di piazza", spiegano in procura. L'inchiesta a carico di Casapound è nata tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 a seguito di un'attività investigativa dei carabinieri del Ros sul gruppo di matrice neofascista responsabile di diversi pestaggi di giovani anarchici e di appartenenti dei centri sociali.Gli inquirenti sostengono che le vittime non avrebbero mai denunciato le aggressioni subite. L'evento che fece scattare l'indagine particolare sul "Berta" risale al 29 aprile 2011 si verificarono degli scontri nei pressi della facoltà di lettere e filosofia delle università Federico II di Napoli tra esponenti di Casapound e appartenenti alla sinistra antagonista. Nella circostanza 3 giovani furono feriti a coltellate, un quarto ferito a colpi di bastone sulla testa. Da lì partì l'attività investigativa che ha consentito di raccogliere elementi sulla costituzione di una presunta associazione sovversiva e di una banda armata riconducibile ai gruppi Casapound e 'Blocco stutendesco' con disponibilità di armi bianche e improprie "che stava maturando la convinzione di dotarsi di armi da sparo illegali - spiegano i pm - acquisite sui mercati clandestini". Un altro grave episodio riguarda il lancio di bottiglie molotov contro il centro sociale 'Insurgencia' di Capodimonte. Casapound avrebbe poi organizzato manifestazioni non organizzate presso la facoltà di lettere e filosofia, compiuto aggressioni contro persone anche con l'utilizzo di coltelli. Fanno notare in Procura che i giovani militanti erano indottrinati ed educati all'odio etnico e all'antisemitismo nel corso di riunioni in cui si aprivano anche discussioni sul libro di Adolf Hitler 'Mein kampf'. Gli arrestati - Tra i soggetti finiti ai domiciliari (con altri tre, mentre due sono in carcere e altri quattro hanno l'obbligo di dimora) figura Emanuela Florino, figlia di un ex senatore prima dell'Msi e poi di An, tra gli esponenti di spicco del movimento CasaPound napoletano: la giovane è candidata deputato alle prossime elezioni nel collegio Campania 1. Coinvolti anche militanti di Hbo e Blocco Studentesco. Per il Gip di Napoli, Francesco Cananzi, che ha firmato un'ordinanza di 427 pagine, quella che aveva come promotori Enrico Tarantino, Giuseppe Savuto, Andrea Coppola e la stessa Florino, è "una associazione con finalita' di eversione dell'ordine democratico": l'organizzazione progettava anche "l'inserimento in ambienti istituzionali" di suoi componenti (anche Savuto risulta in lizza nello stesso collegio della Florino) e aveva "l'intento di creare un complesso affaristico di cooperative finanziarie del comitato politico-eversivo occulto". Ecco i nomi: Enrico Tarantino di 26 anni (in carcere), Giuseppe Savuto di anni 27 (in carcere), Emanuela Florino 25 (arresti domiciliari), Aniello Fiengo, 24 (arresti domiciliari), Giuseppe Guida, 23 (arresti domiciliari), Massimo Marchionne, 46 (arresti domiciliari) e Giovanni Senatore, 29 (arresti domiciliari). Hanno ricevuto l'ordinanza con obbligo di dimora Andrea Coppola di 21 anni, Raffaele Palladino, 21 e Alessandro Mennella, 32. Le intercettazioni - Dalle intercettazioni ambientali è emerso che durante le riunioni del gruppo si discutevano contenuti e tesi del "Mein Kampf" di Adolph Hitler. Mentre dalle telefonate intercettate da Ros e Digos risultano progetti come quello di dare fuoco a un negozio di un orafo a Napoli perché ebreo e, addirittura, di violentare una studentessa di origine ebraica all'università, meravigliandosi di come gli altri studenti trattassero quella ragazza "con normalità". E il 18 settembre 2011, Savuto, parlando con un simpatizzante, confessava di essere "d'accordo che non sono mai esistite le camere a gas, che non c'e' mai stata nessuna deportazione". "Fino al termine del mio mandato non saranno mai consentite manifestazioni di CasaPound", ha promesso il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, invitando a dare "un giudizio netto e forte su questa vicenda " perche' sull'antifascismo "bisogna essere chiari, soprattutto per chi si presenta come alternativa ai poteri". Ma CasaPound è pronto a definire "arresti a orologeria" quelli eseguiti questa mattina, fatti per penalizzare le loro liste in campagna elettorale: "non ritiriamo alcuna candidatura, siamo pronti e continueremo a lavorare per ottenere il voto popolare", hanno assicurato due dei leader del movimento, Simone di Stefano e Gianluca Iannone, convinti che si tratti di "un attacco congegnato ad hoc perchè evidentemente c'è qualcosa nei sondaggi che sta spaventando qualcuno". Contestualmente agli arresti, i carabinieri hanno eseguito anche 28 perquisizioni e un provvedimento di sequestro preventivo dei locali in via Foria, a Napoli, del circolo "Berta'", utilizzato come ritrovo abituale del gruppo e nel quale, secondo i pm, venivano organizzate tutte le azioni violente da attuare. anda armata, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari. Sono i reati contestati a vario titolo dai carabinieri del Ros a dieci esponenti dell'estrema destra partenopea arrestati - tra Napoli, Salerno e Latina - a conclusione delle indagini legate agli scontri tra gruppi di destra e di sinistra avvenuti nel 2011 a Napoli: gli investigatori hanno documentato numerose aggressioni nei confronti di avversari politici, riunioni non autorizzate e la sistematica attivita' di indottrinamento dei giovani militanti all'odio razziale e all'antisemitismo.