La mossa europea
Frontex, è un'altra fregatura
C’è il trucco nel passaggio da Frontex a Frontex plus e poi a Triton. Le operazioni di soccorso agli immigrati dovranno continuare, ma di certo non a spese dell’Europa. È un classico gioco delle tre carte, esemplificato in un documento dell’agenzia comunitaria, con l’Italia nel ruolo del truffato, benché sia presidente di turno del Consiglio dell’Ue. Addirittura, spiega nella sua analisi la struttura Operazioni Congiunte di Frontex, si rivela dannoso pattugliare le coste libiche, dalle quali proviene la maggior parte dei migranti illegali. «È molto probabile che con la scomparsa delle unità navali nell’area, un numero considerevolmente minore di migranti richierebbe di partire con il maltempo e i prezzi delle traversate lieviterebbero per la maggiore necessità di carburante, acqua e cibo per un viaggio più lungo». Meglio che non ci sia nessuno ad accogliere i barconi in alto mare, insomma, anche se «va sottolineato che il ritiro delle unità navali dall’area, se non pianificato correttamente e annunciato con largo anticipo, otterrebbe l’effetto di un numero più alto di morti». Poi, tanto, chi s’inabisserà nel Canale di Sicilia non si lamenterà più. E ai sopravvissuti si potrà sempre replicare con un bel «ve l’avevamo detto», per sentirsi a posto anche con la coscienza. È il presupposto necessario per tirarsi indietro. Al massimo, «per intercettare le imbarcazioni di migranti all’interno dell’area delle operazioni, si raccomanda il dispiegamento di pattugliatori costieri. Tuttavia, il dispiegamento aggiuntivo di aerei ad ala fissa e di pattugliatori d’altura allo scopo di coprire un’area di operazioni più estesa non può essere pensato in termini di sostituzione dell’attuale assetto dell’operazione Mare Nostrum dato che la priorità delle Operazioni comgiunte Frontex è la sorveglianza delle coste e la gestione delle frontiere e comporterebbe un aumento del bilancio di Frontex, molto oltre il livello disponibile per l’agenzia». Sarebbe stato più onesto liquidare l’Italia comunicando al governo che l’emergenza sbarchi è una questione nazionale, cioè fatti nostri. Invece, riferisce il quotidiano Avvenire che ha scovato e reso noto il documento, i rappresentanti della Commissione europea e di Frontex, nel corso di un incontro del 26 agosto scorso con i funzionari italiani della direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, si sono tirati indietro all’improvviso. Dopo aver manifestato la piena condivisione delle linee guida del progetto italiano, i burocrati di Bruxelles avrebbero eccepito sia sulle modalità di svolgimento che sui mezzi da mettere a disposizione che, last but not least, sui costi. Pare che occorrano risorse finanziarie emergenziali. Ma sulla loro reale disponibilità regna l’incertezza. Siamo allo stallo. Lo conferma anche la cautela della commissaria Ue agli Affari interni Cécilia Malmström, secondo la quale «stiamo ancora lavorando alle modalità di formazione e responsabilità. Posso dire che l’operazione sarà più grande della tradizionale missione Frontex» ma «sarà differente da Mare Nostrum» perché «la Ue non potrà mai assumere la spesa di una missione simile a quella sostenuta dall’Italia». Siamo stati fregati, in pratica. E il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri invita il governo a riconoscere che la differenza rispetto al passato è impercettibile: «Mare nostrum, Frontex, Frontex plus e ora Triton. Possono chiamarla come vogliono, il risultato non cambia. Mare nostrum resta, continueranno gli sbarchi e il caos sulle nostre coste». «Si potranno aggiungere nuove navi ma nulla di più, e soprattutto nessuna volontà comunitaria di risolvere il problema alla radice», sottolinea il vice presidente del Senato perché il conto lo pagano gli italiani. «Soldi zero, nessuna gestione comune degli immigrati, più clandestini in Italia. Siamo soli a gestire i flussi di clandestini nel Mediterraneo. Il problema va risolto bloccando Mare nostrum, un’operazione che ha causato stragi e incoraggiato trafficanti. Altre risposte non ci servono, sono inutili e insufficienti. Basta con la propaganda, è tempo di fatti». Perfino gli immigrati lo hanno capito. «La proposta giunta da Bruxelles all’Italia, denominata Frontex Plus, è il sintomo palese del disimpegno politico dell’Unione Europea e dei suoi stati membri di fronte alla carneficina umana che ha trasformato in cimitero il Mare Mediterraneo», sostiene Aboubakar Soumahoro, dirigente sindacale Usb e portavoce della Coalizione Internazionale dei Sans papiers e Migranti. A suo giudizio «il piano della Commissione Europea è la fine del teatrino andato in scena nei giorni scorsi a Bruxelles e che ha visto come protagonisti il ministro dell’Interno Angelino Alfano e la Commissaria Europea agli Affari Interni Cécilia Malmström. Insomma siamo al solito ping pong» Andrea Morigi