Rostagno fu ucciso dai boss
È stata la mafia trapanese a decidere ed eseguire l'omicidio di Mauro Rostagno, giornalista-sociologo, e uno dei fondatori della comunità Saman. E sarebbe stato il boss Vincenzo Virga, già capo del mandamento mafioso di Trapani,attualmente detenuto a Parma, il mandante dell'omicidio. Esecutore materiale dell'omicidio sarebbe stato invece VitoMazzara, giàin carcere a Biella. Idue indagati avrebbero proceduto in concorso con il vecchio capomafiatrapanese, Francesco Messina Denaro, deceduto durante la latitanza, epadre di Matteo, ricercato da 16 anni. Il provvedimento è stato emessodal gip in seguito ai risultati delle indagini condotte della Squadramobile di Trapani, con il supporto di nuovi accertamenti balistici delGabinetto regionale di polizia scientifica di Palermo. L'analisi suitre bossoli trovati sul posto dell'agguato ha accertato che erano statisparati dalla stessa arma utilizzata all'epoca in altri delitti dimafia nel trapanese. L'inchiesta della polizia di Stato ha portato allaconclusione che furono i boss ad ordinare l'agguato la sera del 26settembre 1988, uccidendo così il giornalista. Il gip del tribunale di Palermo, MariaPino, ha emesso due ordini di custodia cautelare su richiesta dei pmdella Dda, Antonio Ingroia e Gaetano Paci. Con questaindagine, che riscontra molte similitudini con il modo di operare deisicari che avevano messo a segno altri delitti all'epoca, vienescartato una volta per tutte il sospetto di una pista interna allacomunità Saman. Rostagno, coniugando cronaca e denuncia,movendo forti ed esplicite accuse nei confronti di esponenti di Cosanostra e richiamando in termini di speciale vigore l'attenzionedell'opinione pubblica, aveva toccato diversi uomini d'onore e generatonell'ambito del contesto criminale un risentimento diffuso. Secondo i magistrati ilmovente è chiaro: "Muovendo forti ed esplicite accuse neiconfronti di esponenti di Cosa Nostra e richiamando in terminidi speciale vigore l'attenzione dell'opinione pubblica,Rostagno aveva toccato diversi uomini d'onore e generato unrisentimento diffuso nell'ambito dell'organizzazionecriminale".