Il patto del Nazareno

L'assoluzione del Cav mette l'acceleratore alle riforme di Renzi. Grillo si sfila

Nicoletta Orlandi Posti

Per dirla con Gino Bartali, ricordato in mezza Italia a 100 anni dalla nascita, qua pare che sia tutto sbagliato e tutto da rifare. O almeno è crollato un pilastro di quello che avrebbe dovuto essere, la prossima settimana, l’accordo granitico per accompagnare la prima lettura delle riforme al Senato. Da Milano rimbalza in tarda mattinata la notizia dell’assoluzione piena di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. Entusiasmo in Forza Italia, il diretto interessato si dice commosso e spende parole di riguardo per la «maggioranza dei giudici italiani» che sono persone serie e oneste. Quando poi aggiunge che «si può andare avanti con più serenità» e che «Forza Italia prosegue nel percorso intrapreso» il messaggi pare chiaro: riforme approvate a tempo di carica, con un consenso parlamentare da favola. E invece no: i grillini si sfilano. Con buona pace di chi, come il vicesegretario Pd Guerini, fin dal primo mattino a cura di avvertire che se il Movimento 5 Stelle si mettesse a frenare, il suo partito procederebbe senza aspettare nessuno. A metà pomeriggio, quando prende a sedimentarsi l’ondata di reazioni alla sentenza Ruby, una nota sul blog di Grillo gela i facili ottimismi riformisti. La firmano tutti i delegati che ieri, in diretta streaming, hanno trattato con il premier in rappresentanza del Movimento. «Ci saremmo aspettati che arrivassero al tavolo con idee più chiare, una maggiore concretezza e anche più preparati. Ma non si può pretendere la luna. Malgrado i proclami di rapidità, il succo è che su quasi tutto si è preso bradipescamente altro tempo», scrivono. Conclusione: «Il M5S era disposto a chiudere ieri. Ci dispiace, ma non c’è più tempo». Renzi, che ancora l’altra sera si augurava che tutti i grillini - anche i più oltranzisti - sposassero finalmente la linea della trattativa, non ha risposto. Per lui pare parlare Alessandra Moretti, delegata al tavolo di ieri dalla parte del Pd. «Peccato: il M5s ha perso l’occasione di proseguire il confronto sulle riforme. La linea di Luigi Di Maio non è prevalsa», ammette senza infingimenti. Non pare certo che il Partito Democratico abbia intenzione di rallentare per dare tempo a possibili ripensamenti. Ma la possibilità di riforme approvate a stragrande maggioranza oggi appare un pò più remota. E si rafforza l’asse del Nazareno, tra Pd e Forza Italia. Matteo Renzi non ha commentato la sentenza di appello sul caso Ruby ma al suo entourage ha sottolineato: «Siamo in dirittura, lavoriamo sodo per portare a casa il risultato».