Omicidio Meredith
Sollecito: "Amanda mi scagiona, io credo alla sua innocenza"
«Sia io che la mia famiglia crediamo all’innocenza di Amanda. Crediamo profondamente nell’innocenza di Amanda e non esiste nessun ritrattamento da parte mia in questa nuova fase processuale». Raffaele Sollecito, nella conferenza stampa sul ricorso in Cassazione depositato dalla difesa del giovane pugliese, contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, che lo ha ritenuto colpevole dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher insieme all’ex fidanzata Amanda Knox, ha voluto così chiarire la sua posizione che, da indiscrezioni stampa, sembrava voler prendere le distanze dalla giovane coimputata. «Quello che abbiamo notato», ha detto Sollecito, «è il fatto che i giudici di Firenze non basano la loro convinzione di colpevolezza sulle prove scientifiche, ma la base fondante della condanna è tutta appoggiata su un memoriale che ha scritto Amanda mentre era in prigione a Capanne. In questo memoriale lei mi scagiona completamente e mi dichiara assolutamente estraneo». I ricorsi - I difensori di Amanda Knox e Raffaele Sollecito hanno depositato i ricorsi in Cassazione contro la condanna nei confronti dei loro assistiti da parte della Corte d’assise d’appello di Firenze, che li ha giudicati colpevoli dell’omicidio di Meredith Kercher. Le difese chiedono l’annullamento della sentenza di appello bis e, quindi, l’assoluzione per i due ex fidanzatini. La studentessa americana, dopo l’assoluzione in appello a Perugia e l’annullamento in Cassazione di quella sentenza, nell’appello bis è stata condannata a 28 anni, mentre lo studente pugliese, dopo analogo percorso processuale, a 25 anni. Annullamento della sentenza - «Noi crediamo che ci sarà un annullamento in toto della sentenza», ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, che insieme a Luca Maori assiste Raffaele Sollecito, durante la conferenza stampa. «Non è mai esistito nella storia un delitto senza tracce dell’assassino - ha sottolineato Bongiorno - Nella stanza in cui è stata uccisa Meredith non ci sono tracce né di Amanda né di Raffaele ma solo di Rudy Guede. La pulizia selettiva delle tracce non esiste. Quello è il grande errore della sentenza». «Riteniamo che non c’entrino nulla Amanda e Raffaele», ha precisato ancora il legale, sottolineano che «sul banco degli imputati c’è la sentenza».