Le indagini sul cellulare

"Bossetti dieci volte in palestra per conquistare la fiducia di Yara"

Nicoletta Orlandi Posti

Il lunedì e il mercoledì, tra le 17 e le 19, proprio mentre Yara Gambirasio si allenava con le compagne e le insegnanti di ginnastica ritmica Massimo Giuseppe Bossetti si aggirava attorno alla palestra di Brembate di Sopra. Lo dimostrano i tabulati telefonici del cellulare del presunto assassino. Le "tavole di registro", rivela Repubblica, dimostrano infatti che il muratore stava lì non soltanto il giorno in cui Yara venne rapita e uccisa (giorno di cui già è dato sapere, comprese le immagini del furgone modello Iveco Daily catturate dalla telecamera della Banca Veneta con occhio puntato su via Rampinelli). Ma anche nel periodo precedente. Quello che, secondo gli investigatori, occorre a Bossetti — «l’uomo col pizzetto» di cui Yara aveva confidato al fratello di aveva paura — , per "agganciare" la ragazzina da cui era attratto e creare con lei un rapporto di «consuetudine» o «pre-consuetudine » (termini utilizzati dal pool di polizia e carabinieri). Dieci sarebbero i sopralluoghi che l’indagato ha compiuto da inizio settembre a metà novembre 2010, con un incremento tra la prima e la seconda metà di ottobre. «Il telefono combaciava con la palestra, come se ci stesse sopra», spiega un investigatore a Repubblica riferendosi alle date del 4 ottobre, l’11 novembre, e in altre due date a metà ottobre. Il 26 novembre 2011, dopo quasi tre mesi di appostamenti nella zona dove era più facile intercettare la ragazzina (perché Bossetti conosce bene Brembate, perché lei arriva in palestra e torna a casa sempre a piedi), tra il presunto assassino e Yara Gambirasio esiste, ritengono polizia a e carabinieri, si era già instaurato un rapporto di «consuetudine ». Tale che per convincere la ragazzina a salire sul furgone — forse lo stesso che si vede transitare lo stesso giorno in via Rampinelli alle 18 — il muratore non deve avere fatto troppa fatica. Sangue dal naso -  "Epistassi" o rinorragia è il sangue che cola del naso. E, secondo quanto si legge nel verbale della moglie di Massimo Bossetti, ha detto la signora per spiegare la presenza del dna di Bossetti sul corpo di Yara. Sembra proprio questa la strategia difensiva dell'unico indiziato. Proprio qualche giorno fa, infatti, aveva detto che avrebbe potuto spiegare come mai sui leggings e la biancheria della ragazzina fosse stato trovato il suo dna.