Il caso Serenissimi
Veneto, i secessionisti ai magistrati: "Siamo prigionieri di guerra, pronti a essere martiri"
I secessionisti veneti arrestati con un blitz spettacolare mercoledì 2 aprile si dichiarano "prigionieri politici". Parola di Luca Pavanetto, avvocato difensore di Lucio Chiavegato, Andrea Meneghelli e Pietro Turco. Luigi Facca, ex Serenissimo anche lui agli arresti, si è definito davanti agli inquirenti durante l'interrogatorio di garanzia "prigioniero di guerra quale responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica". Non accenna a diminuire, dunque, la polemica sulle manette scattate ai polsi dei 24 attivisti, imprenditori, giornalisti ed esponenti dei Forconi, con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo ed eversione. La tesi dell'accusa è che il gruppo, ramificato in Veneto, Lombardia e Sardegna, stesse tramando per organizzare un golpe in piena regola, con tanto di trattore-tank fatto in casa per un "gesto eclatante", magari il giorno delle elezioni europee. Chiavegato: "Pronto a essere martire" - Chiavegato, Meneghelli e Turco davanti ai magistrati hanno chiarito "che da un anno e mezzo non abbiamo più frequentazioni con questi signori", in riferimento agli altri "secessionisti". "Chiavegato (leader dei Forconi veneti, ndr) ha un'indole non violenta, si era distaccato dal movimento e ora stava elaborando un nuovo movimento politico tutto teso alla ricerca dell'indipendenza del Veneto ma con mezzi pacifici - ha spiegato l'avvocato Pavanetto -. Ci sono persino intercettazioni in cui gli altri dicono di sentirsi abbandonati da Chiavegato. Ora da tre giorni è in sciopero della fame. Si considera prigioniero politico e detenuto illegittimamente in carcere. Mi ha anche detto che se per l'indipendenza del Veneto occorrerà un martire lui è pronto ad assumersi anche questo ruolo". Che i secessionisti veneti, dopo il referendum, abbiano trovato anche il loro Bobby Sands? L'uomo del "tanko" - L'ultrasettantenne Flavio Contin, anche lui ex Serenissimo e ai domiciliari, secondo i suoi legali davanti ai magistrati si è mostrato combattivo e determinato a portare avanti i suoi ideali di indipendenza. Sarebbe lui l'uomo che ha costruito e custodito in un magazzino a Casale di Scodosia (Padova) l'ormai famoso tanko. Contin, come il 44enne Riccardo Lovato, si è avvalso della facoltà di non rispondere.