L'azzardo di Matteo
Affitti, media e inchieste I guai del divo Renzi
Il mistero dell’attico in affitto di Matteo Renzi, pagato dal suo stretto collaboratore e finanziatore Marco Carrai, collezionista di incarichi pubblici, non è ancora risolto. Siamo in attesa di visionare il contratto per capire quanto abbia speso Carrai per ospitare Renzi e se la casa di via degli Alfani 8 a Firenze sia stata presa in locazione appositamente per l’ex sindaco, costretto nel 2011 a lasciare un altro appartamento troppo oneroso. Infatti per diciassette mesi Renzi è stato residente in una mansarda dove pagava mille euro al mese, per un importo complessivo di circa 17 mila euro. Per altri 32 mesi è stato ospite. Risparmiando, sulla carta, 32 mila euro. Di fronte alla richiesta di ulteriori chiarimenti sulla vicenda Carrai si è limitato a rispondere: «Poiché non sono complice di misteri non voglio neppure essere complice del mio screditamento». Il braccio destro del Presidente del Consiglio non gradisce neppure che si ricordi che la Corte dei conti aveva espresso dubbi sulla sua assunzione del 2004 da parte di Renzi (all’epoca presidente della Provincia di Firenze) con il ruolo di dirigente, non essendo laureato. I giudici chiesero nel suo caso un «supplemento istruttorio» e nel 2012 stabilirono che il suo curriculum «costituisce esperienza professionale tale da giustificare lo svolgimento di analoga funzione a favore del Presidente della Provincia di Firenze». E allora leggiamo nel dettaglio quale fosse il profilo professionale dell’allora ventinovenne capo staff: assessore al bilancio di Greve in Chianti (Firenze), suo paese natìo; per un anno capo segreteria dell’assessore all’Innovazione di Firenze; per tre anni segretario organizzativo della Margherita nella provincia di Firenze; presidente dell’azione cattolica di Greve in Chianti (dal 1997 al 1999); segretario del locale circolo del Movimento cristiano lavoratori (1997-2000); membro della commissione cultura della Diocesi di Fiesole; membro del consiglio direttivo del Collegamento sociale cristiano e degli Amici di supplemento d’anima. Nel suo curriculum Carrai ha inserito anche la pubblicazione di «articoli su il Foglio, La Nazione, La Repubblica, Il Corriere di Firenze, Metropoli, Toscana Oggi». Insomma un bravo organizzatore di provincia, privo di titoli accademici. Nel 2004 Carrai iniziava anche a fare il consigliere comunale nel capoluogo fiorentino. Ci siamo presi la briga di visionare i suoi interventi a Palazzo Vecchio. Ne abbiamo contati 21 in un lustro: circa quattro interventi l’anno, in cui si è occupato di antisemitismo, Anpi, minoranza tibetana, riabilitazione pubblica di Dante Alighieri, Fiera e aeroporto, la sua passione, visto che oggi è presidente della società che controlla quello di Firenze. Tutto qui. Ma se come consigliere comunale non ha lasciato il segno, si è distinto maggiormente nel ruolo di uomo comunicazione di Renzi. Nel 2005 il Rottamatore lo mise a fare l’amministratore delegato (poltrona occupata sino al 2010) del suo Minculpop personale, quello straordinario strumento di propaganda ideato da Renzi e chiamato Florence Multimedia srl: per cinque anni ha scolpito nella testa dei fiorentini il volto del loro Presidente Superman. Si tratta di una società partecipata al 100 per cento dalla Provincia con una ventina di addetti assunti senza concorso. Dal 2006 al 2009 la stessa Provincia versa nelle casse della macchina promozionale di Renzi (con al volante Carrai) circa 9 milioni di euro. Nel 2006 la Florence fattura 500 mila euro, nel 2007 2,3 milioni, nel 2008 la cifra sale a 4,3 milioni e inizia a interessare anche i sindaci revisori. Nel 2009, anno in cui Renzi viene eletto sindaco di Firenze, gli investimenti scendono a 2 milioni e con il nuovo presidente il fatturato cala costantemente sino al milione del 2012. Ma come si giustificava tutto quel denaro alla Florence? Una deliberazione di giunta del 2007 specifica che il lavoro di comunicazione della kermesse «Genio fiorentino» (grande occasione di visibilità per Renzi) andrà curato da un’«agenzia altamente specializzata e qualificata a livello internazionale». Ma la Florence lavora solo con la provincia. Eppure, grazie a quei 9 milioni, l’immagine del presidente decolla e la sua popolarità diventa nazionale. Ed internazionale. Con l’aiuto dei viaggi nordamericani. Nella deliberazione di giunta del 27 dicembre 2006 vengono previsti «incontri istituzionali» del trentunenne presidente della Provincia Renzi «con il ministro del Tesoro degli Stati Uniti» e «il primo ministro del Regno unito Gordon Brown». La giunta mette in conto di accollarsi le spese di viaggio di un giornalista del Corriere della sera «per perseguire un’adeguata proiezione all’esterno dell’immagine della Provincia di Firenze». O meglio del suo Presidente. Oggi premier, anche grazie alla Florence. I cui conti, però, sono finiti sotto esame presso la Corte dei conti di Firenze. L’istruttoria è in corso. di Giacomo Amadori