On line violenza su disabile

Albina Perri

 Un processo che può avere risvolti imprevedibili. Il prossimo passo del processo che vede indagati quattro dirigenti di Google per concorso in diffamazione e violazione della privacy sarà il 23 giugno: si aspetta infatti la testimonianza di uno dei tecnici che ha partecipato alla creazione del servizio google video. Le dichiarazioni che rilascerà l'informatico saranno fondamentali visto che il procedimento giudiziario è iniziato dopo che lo scorso febbraio alcuni ragazzi di una scuola di Torino avevano aggredito un loro compagno disabile filmando l'impresa e mettendola online. Gli insulti e le vessazioni finite online hanno spinto i genitori del disabile a presentare una denuncia querela contro Google. Adesso il processo continua anche se lo stesso legale del disabile ha ormai ritirato la querela contro gli imputati perchè sia il Comune di Milano che l'associazione 'Vividown' si sono costituiti parte civile.  Google in ogni caso respinge tutte le accuse e dopo averespresso solidarietà alla vittima e ricordato che il video venne rimosso afferma: «Riteniamo che questo processo sia assolutamente ingiustificato. Sarebbe come perseguire gli impiegati delle poste a causa di lettere minatorie. Inoltre - continua Google in una nota - il voler attribuire la responsabilità dei contenuti a piattaforme neutrali è un attacco diretto alla rete che dovrebbe essere libera, aperta e democratica. Continueremo quindi a difendere con la massima determinazione e i nostri dipendenti coinvolti nel procedimento».