La ricerca choc
Confartigianato: più di un'azienda su due si indebita con le banche per pagare le tasse
Più di un'azienda su due si indebita per pagare le tasse. E' il risultato di un'indagine di Confartigianato, secondo cui il 58% degli intervistati, pari a 615.000 aziende, deve ricorrere a prestiti bancari o è costretto a chiedere al fisco dilazioni di pagamento. E addirittura 40.000 imprenditori non potranno pagare le imposte per mancanza di liquidità. Il sondaggio Ispo/Confartigianato su un campione di imprenditori artigiani, condotto tra il 6 il 12 dicembre, rivela che per il 74% delle imprese, pari a 1.067.214 aziende, negli ultimi 12 mesi la pressione fiscale è cresciuta in media del 22,6 per cento. La quota nazionale del 74% di imprese che dichiarano un aumento delle tasse viene addirittura superata nei casi delle imprese con dipendenti (79%), in quelle localizzate nel Nord Ovest (83%) e nel Mezzogiorno (80%), nelle aziende impegnate nel settore dei servizi alla persona (80%). Fisco cannibale - A causa della pressione fiscale da record il 33% degli imprenditori è stato costretto a ritardare il pagamento dei propri fornitori, mentre il 29% ha dovuto rinunciare a fare investimenti in azienda. Per il 26% delle imprese l'accresciuto peso del Fisco ha causato ritardi nel pagamento di alcune imposte. Effetti negativi anche sull'occupazione: il 16% delle imprese ha rinunciato ad assumere personale e il 14% ha dovuto licenziare i dipendenti o ricorrere agli ammortizzatori sociali. Burocrazia canaglia - Confartigianato rileva inoltre che nel 2012 per il 57% degli imprenditori sono aumentati anche gli adempimenti burocratici in campo fiscale. Soltanto il 2% degli intervistati indica una diminuzione. Una zavorra che è ancora più pesante per le imprese del Nord Ovest, dove il 64% ha subìto un aumento della pressione burocratica, e per le aziende del settore dell’edilizia il 65% delle quali ha avvertito la crescita della burocrazia fiscale. "Il sondaggio - sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti - conferma quanto denunciamo da tempo a proposito dell'impennata della pressione fiscale sul sistema produttivo. Secondo le nostre rilevazioni, nel 2012 le entrate fiscali sono cresciute di 24,8 miliardi, al ritmo di 47.238 euro al minuto, e hanno raggiunto il livello del 44,7% del Pil, con un aumento di 2,2 punti in un solo anno. Tra il 2005 e il 2013 l'incremento delle entrate fiscali 'assorbè il 97,3% dell'incremento del Pil. Sono numeri che parlano chiaro: se vogliamo ritrovare la strada per uscire dalla crisi, è indispensabile intervenire per ridurre la pressione fiscale sulle imprese".