Il ministro delle gaffe
Dramma ricongiungimenti, ha vinto Libero: marcia indietro Fornero
Alla fine hanno vinto Libero e tutti coloro che hanno sollevato lo scandalo dei ricongiungimenti onerosi. Ha dovuto alzare bandiera bianca, il ministro del Welfare Elsa Fornero, che intervistata dal giornalista di Report Bernardo Iovene ha finalmente dato qualche risposta alle domande che Libero, invano, ha posto a ministri e sottosegretari. Davanti alla telecamere, per la verità, la Fornero ha faticato per nascondere l'imbarazzo di una situazione di cui non è la principale responsabile (la legge 122 sulle ricongiunzioni è figlia del governo Berlusconi) ma che non ha fatto nulla per risolvere. Anzi, 9 mesi fa piuttosto improvvidamente il ministro del Welfare aveva commentato che "ricongiungere era un privilegio". Oggi, sotto il peso di migliaia di casi di pensioni da 1.500 euro da riscattare a suoni di centinaia di migliaia di euro, la Fornero ammette: "Coloro che non traggono un vantaggio evidente dalla ricongiunzione non devono pagare. Pagherà solo chi riceve pensioni alte fino a 15mila euro al mese". Scrivete la vostra esperienza sui ricongiungimenti e inviateci una mail all'indirizzo pensioni@liberoquotidiano.it Meglio i cronisti dei ministri - Il faccia a faccia con Iovene, di cui Corriere.it ha pubblicato un'anticipazione, inizia con il cronista che snocciola qualche caso emblematico di lavoratori che per riscattare pochi anni all'Inps, dopo decenni di contributi ad altre casse, sono costretti a sborsare anche 300mila euro. Cifre impossibili, altro che "privilegio". "Ho fatto alcune domande all'Inps - spiega la Fornero -. Siamo sicuri che non mandiamo lettere in cui chiediamo soldi a qualcuno che il vantaggio non ce l'ha?". Risposta: "Sto ancora aspettando". Ce ne sarebbe per alzare la voce, ma finora il governo ha fatto lo struzzo. Di fronte alle proteste dei contribuenti e aspiranti pensionati, Elsa invita ad "avere pazienza ancora un po', le domande di ricongiunzione vanno ritaradte il più possibile. Non fatele a 57 anni". Di fronte alla promessa di risolvere la questione entro la fine di questa legislatura, il ministro conclude, a intervista ultimata, rivolgendosi a Iovene: "Io scado tra qualche mese, la prossima volta che dobbiamo scrivere un provvedimento chiamerò lei che mi sembra molto ben informato, persino più informato di certi miei collaboratori". In realtà basterebbe ascoltare le testimonianze di migliaia di italiani: non mancano e non costano un euro.