Senza patente perché gay
Nel 2001 la motorizzazione di Catania avviò contro di lui l’iter di revisione della patente di guida per supposti squilibri psicofisici, dopo che alla visita di leva all’ospedale di leva militare dichiarò di essere omosessuale. Ora il ministero dei Trasporti e quello della Difesa dovranno risarcirlo versando la somma di 100mila euro e sostenere le spese processuali pari a circa 11mila euro. Protagonista della vicenda il 27enne Danilo Giuffrida che fu esonerato dal servizio di leva per “disturbi dell’identità sessuale”. Ieri invece il presidente della quinta sezione civile del Tribunale di Catania ha deciso che dovrà ricevere i danni per quanto subito. Giuffrida aveva presentato ricorso con l’avvocato difensore Giuseppe Lipera al Tar di Catania, dal momento che “l’omosessualità non rientra nella categoria di malattia psichica”. I legali poi avevano presentato ai due ministeri implicati una richiesta di risarcimento di 500.000 euro per danni morali e, in primo grado, ne hanno ottenuto 100.000. “Lo Stato italiano, per colpa di due persone sole, ha permesso il crearsi di una situazione veramente imbarazzante: per questo, al di là del risarcimento, il vero gesto forte andrebbe compiuto dal premier, che dovrebbe chiedere scusa a Danilo Giuffrida”, ha dichiarato l’avvocato Lipera, “noi ci aspettiamo come riparazione un atto di scuse dallo Stato. Il premier ora è Silvio Berlusconi e tocca a Berlusconi, ci fossero stati Prodi o Veltroni sarebbe toccato a loro: il ragazzo quando ha saputo della sentenza si è commosso. Non ha avuto una vita facile”.