Sicurezza al voto di fiducia

Silvia Tironi

Nel mirino dell'Onu e dell'Europa per i respingimentidei clandestini provenienti dalle coste libiche, il governo si blinda e pone, comeannunciato, la fiducia sul pacchetto sicurezza. Un triplo voto che siterrà oggi alla Camera, dopo che il presidente Gianfranco Fini hadichiarato oggi ammissibili i tre maxi-emendamenti nei quali è statoracchiuso il provvedimento. "La presidenza della Camera - dice Fini -non rileva profili di inammissibilità per contrasto con la Costituzioneanche perché, essendo problematica o comunque opinabile l'adesione allaCostituzione delle norme in esame, lungi dalla presidenza ledere leprerogative sovrane dell'Assemblea". Il decreto legge sulal sicurezza in questione rende reato la clandestinità, introduce le ronde, prolunga da due a sei mesi lapermanenza degli irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione einasprisce il carcere duro ai boss. L'ultima polemica è esplosa alla vigiliasul destino dei figli dei clandestini che, secondo una interpretazione deltesto, smentita dal governo, rischierebbero l'adottabilità. È stato lo stesso ministro dell'Interno Roberto Maroni a precisarlo: "È falso - ha sottolineato l'esponente della Lega - non esiste alcuna norma che prevede l'immediata adottabilità dei bambini clandestini. "La legge Bossi-Finiprevede la concessione automatica del permesso di soggiorno di sei mesidalla nascita del bambino sia per il figlio sia per i genitori - precisa - Aquel punto entrambi possono iscriverlo all'anagrafe", aggiunge larelatrice del ddl Iole Santelli. Resta nel ddl, il reato diclandestinità. A commetterlo non si rischia il carcere che invece èprevisto fino a tre anni per chi affitta una casa ai clandestini. Averela cittadinanza italiana costerà 200 euro. Il permesso di soggiorno tragli 80 e i 200 euro. Il provvedimento, che se oggi avrà il via liberadovrà passare all'esame del Senato, contiene anche importanti norme dicontrasto alla mafia come l'allungamento di 4 anni del carcere duro aiboss. L'opposizione, però, va all'attacco e ribadisce l'incostituzionalità del decreto, chiamando in causa lo stesso Fini, 'reo',secondo il Pd, di non aver riconosciuto l'incostituzionalità delreato di immigrazione clandestina che il provvedimento introduce.