Sentenza di primo grado
Non diedero l'allarme-terremotoCondannati a 6 anni per l'Aquila
Sei anni di reclusione per tutti gli imputati. Dopo 30 udienze questa la condanna inflitta in primo grado dal giudice unico Marco Billi ai componenti della commissione grandi rischi, in carica nel 2009, che avrebbero rassicurato i cittadini de L'Aquila circa l'improbabilità di una forte scossa sismica, che invece si verificò alle 3.32 del 6 aprile 2009 causando 309 vittime. L’accusa aveva chiesto quattro anni per i sette imputati: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile, Enzo Boschi presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case, Claudio Eva ordinario di fisica all'Università di Genova e Mauro Dolce direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile. La vignetta dei francesi - E mentre il fisico Luciamo Maiani si è dimesso il presidente della commissione Grandi Rischi, perchè sostiene di non vedere"le condizioni per lavorare serenamente'' i siti dei giornali esteri si prendono gioco dei giudici italiani. ''Lourdes peines pour les scientifiques italiens'' (Pene pesanti per gli scienziati italiani) e ''Lourdes peine à réaménager la grotte'' (Lourdes fatica a restaurare la grotta): questa la doppia vignetta del disegnatore di Le Monde, Plantu, che scherza sulla sentenza per il terremoto de L'Aquila paragonandolo con l'inondazione del santuario sui Pirenei. Nella prima vignetta, si vede il giudice che condanna sullo sfondo di palazzi crollati all'Aquila e lo scienziato che ammette: ''avrei dovuto prevedere il terremoto!''. Nella seconda, un operaio al lavoro con i piedi nell'acqua e la Vergine di Lourdes che confessa: ''avrei dovuto prevedere l'inondazione''. "Un verdetto allucinante", titola invce le Figarò. Choc nel mondo della ricerca. “"Da oggi sarà molto difficile comparire in pubblico a parlare dell’attività sismica in atto in Italia, con la possibilità che i ricercatori possano essere denunciati per qualche omissione o per procurato allarme - afferma Stefano Gresta, presidente Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Siamo particolarmente colpiti dalla sentenza de L'Aquila, perchè rischia di minare uno dei cardini della ricerca scientifica: quello della libertà d’indagine, di discussione aperta e trasparente e di condivisione dei risultati, fattori imprescindibili del progresso scientifico”. Gresta mette in guardia: “Condannare la scienza significa lasciare il campo libero a predicatori che millantano di sapere prevedere i terremoti, rinunciando di fatto al contributo di autorevoli scienziati”. Ma assicura: “Sebbene sia un colpo molto duro, l’Ingv continuerà il suo lavoro di ricerca con il massimo impegno e rafforzerà la sua presenza nella società per un’opera di corretta informazione ed educazione”. Insomma, secondo l’Ingv, "la sentenza costituisce un precedente in grado di condizionare in modo determinante il rapporto tra esperti scientifici e decisori, non solo nel nostro Paese”, rischiando “di compromettere il diritto/dovere degli scienziati di partecipare al dialogo pubblico tramite la comunicazione dei risultati delle proprie ricerche al di fuori delle sedi scientifiche, nel timore di subire una condanna penale. Quale scienziato vorrà esprimere la propria opinione sapendo di poter finire in carcere?". Tedeschi esterrefatti. La sentenza che a L’Aquila ha condannato a pene detentive sei scienziati per non aver saputo calcolare il momento esatto in cui sarebbe avvenuto il terremoto lascia "esterrefatti" gli scienziati tedeschi. "Questo giudizio è scandaloso", dichiara allo 'Spiegel' Martin Meschede, della Società tedesca di Geofisica. "Consiglierò ai miei colleghi di non dire più una parola in merito alla valutazione dei rischi", aggiunge lo scienziato, titolare di una cattedra all’università di Greifswald. Riferendosi ad una possibile futura eruzione del Vesuvio, Meschede si chiede: "Quale scienziato avrebbe voglia di esprimersi sul pericolo di eruzione del vulcano con una situazione giudiziaria del genere?" Appello a Napolitano dagli Usa. Dagli scienziati Usa è arrivato un duro attacco alla sentenza che ha condannato a sei anni di carcere sette esperti della Commissione Grandi rischi per il sisma dell’Aquila. L’unione degli scienziati impegnati (Ucs), influente Ong americana, ha parlato di decisione "assurda e pericolosa" e ha chiesto un intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Critica anche l’Associazione americana per l’avanzamento della Scienza (AAAS) per la quale anni di ricerche hanno dimostrato che "non c'è un metodo scientifico accettato per la previsione dei terremoti che possa essere usata in modo affidabile per avvertire i cittadini del disastro imminente". Di qui il pericolo che le condanne "rallentino le ricerche e blocchino il libero scambio di idee necessario per il progresso scientifico". Gli scienziati Usa ricordano che i geofisici americani avevano avvertito che condanne di questo genere rischiano di "scoraggiare scienziati e funzionari dal consigliare i loro governi o persino dal lavorare nel campo della sismologia o della valutazione del rischio sismico". Indignato Tom Jordan, il responsabile del Centro terremoti per il sud della California e che aveva fatto parte di una commissione internazionale riunitasi dopo il sisma abruzzese del 2009. Per me è incredibile che scienziati che stavano solo tentando di fare il loro lavoro siano stati condannati per omicidio colposo. Il sistema aveva delle falle ma il verdetto seppellisce qualsiasi tentativo di migliorare le cose". La solidarietà del Giappone ai colleghi - "Se fossi stato io lì avrei detto le stesse cose perchè non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica''. Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo, non nasconde i dubbi per la condanna degli scienziati italiani della Commissione Grandi Rischi, colpevoli per il tribunale dell'Aquila di aver sottovalutato il pericolo e fornito informazioni ''imprecise e incomplete'' sul sisma che sconvolse il capoluogo abruzzese ad aprile del 2009. La notizia della condanna dei sismologi italiani ha avuto, come comprensibile, grande rilievo sulla stampa nipponica, visto il ricordo ancora vivo del sisma/tsunami dell'11 marzo 2011 che ha devastato il nordest del Paese: Sakai, parlando con l'ANSA, rileva che ''non è chiaro se la sentenza debba essere imputata ai componenti del comitato perchè avevano la responsabilita' di dare informazioni su provvedimenti e misure da prendere o perchè i componenti sono colpevoli di valutazioni sbagliate come scienziati''. Resta il fatto che ''in Giappone (che registra annualmente il 20% delle scosse pari e superiori a magnitudo 6 in tutto il mondo, ndr) non ci sono mai stati processi simili''. La previsioni dei terremoti, conclude, ''sono considerate attualmente molto difficili, come ha del resto ribadito l'ultima e recente riunione della Seismological Society of Japan (Nihon jishin Gakkai, ndr)''.