Torino, anarchici minacciano
A volte ritornano: l’eco dei sequestri di manager in Francia da parte degli operai di fronte alla paura dei licenziamenti si è fatto nuovamente vivo in Italia. A Torino è apparsa su uno stabile all’angolo tra le vie Ciriè e Biella, nel quartiere di Borgo Dora, una scritta che recita così: “Sequestrare i manager”. Non proprio una goliardata, considerato che era firmata con la “a” cerchiata di anarchia. Un “autografo” di colore nero, lungo quattro metri e alto mezzo metro. La scritta è stata segnalata alla Digos. I precedenti - Durante i mesi di marzo e di aprile una vera e propria epidemia si era diffusa in tutta la Francia, sfiorando la Gran Bretagna dove non si erano limitati a rinchiudere in ufficio i manager, ma ad assalire le loro abitazioni, come nel caso di Fred Goodwin, il banchiere della Royal Bank of Scotland, una delle banche travolte dal ciclone della crisi finanziaria. Ma è stato soprattutto Oltralpe che la moda ha attecchito. Nella lista erano finiti il direttore dell’ufficio di Grenoble della Caterpillar, Nicolas Polutnick, tenuto in ostaggio assieme al direttore del personale, ad un responsabile del servizio del personale e ad un altro dei prodotti europei. La protesta era sorta dopo che erano stati annunciati 733 licenziamenti. Era il 30 marzo. Il giorno successivo il miliardario Francois Henry-Pinault, patron della Ppr, è stato bloccato per un’ora a Parigi da un centinaio di dipendenti che avevano circondato la sua auto. Il 24 marzo Luc Rousselet, dirigente del laboratorio 3M, un’azienda farmaceutica, era stato trattenuto nel suo ufficio nello stabilimento del Loiret, nella Francia centrale. L’accusa era quella di aver licenziato troppi dipendenti e per 48 ore gli era stato concesso solo di poter andare in bagno. Il 12 marzo anche il presidente e direttore generale di Sony France era stato sequestrato dagli operai, passando la notte in fabbrica a Pontox-sur-l’Adour.