Esecutivo terzomondista
Nell'Italia governata dai Profper il permesso di soggiornobasta esibire una carta telefonica
Per dimostrare di risiedere in Italia almeno dal 31 dicembre 2011, requisito indispensabile per ottenere la regolarizzazione proposta da Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione, ai lavoratori stranieri basterà mostrare, a scelta, «la certificazione medica proveniente da struttura pubblica», «il certificato di iscrizione scolastica dei figli del lavoratore», «tessere nominative dei mezzi pubblici», «certificazioni provenienti dalle forze pubbliche», «titolarità di schede telefoniche di operatori italiani quali Tim, Vodafone, Wind e 3», e soprattutto documentazione rilasciata da «centri di accoglienza e/o ricovero autorizzati o anche religiosi». Come, ad esempio, la Caritas o la comunità di Sant’Egidio fondata dallo stesso Riccardi, vero vincitore della partita. Così il numero di potenziali ingressi, lanciano l’allarme dal ministero dell’Interno, rischia di impennarsi. A dieci giorni dalla scadenza dei termini entro i quali mettersi in regola (non ci saranno proroghe, l’istanza di emersione va presentata entro il 15 ottobre), arriva il tanto atteso parere dell’Avvocatura generale dello Stato su quali siano gli «organismi pubblici» qualificati ad attestare la presenza del lavoratore irregolare in Italia prima del 31 dicembre 2011. Cinque pagine, poi immediatamente trasmesse dal dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale alle varie prefetture, che sposano in pieno l’interpretazione estensiva della norma così come auspicato da Riccardi. Il ministro, infatti, al contrario di Viminale e Welfare, gli altri due ministeri interessati alla sanatoria, non si era mai rassegnato alle maglie strette sulla definizione di «organismo pubblico» legittimato a rilasciare la documentazione utile agli extracomunitari. Leggi l'articolo integrale di Tommaso Montesano su Libero in edicola oggi 5 ottobre