Aperta una inchiesta

Dario Mazzocchi

La Procura di Roma ha deciso che la salma del cardiochirurgo Carlo Marcelletti venga sottoposta ad una autopsia. A poche ore dalla morte del famoso medico, avvenuta ieri all’ospedale romano San Carlo di Nancy, ci sono alcuni dubbi da risolvere e così i giudici hanno deciso di affidare ad un perito l’incarico di accertare le cause del decesso. Il pubblico ministero, Elisabetta Ceniccola, nei prossimi giorni ascolterà come testimoni parenti, amici e medici che hanno avuto in cura il chirurgo negli ultimi periodi. Intanto dalla Procura fanno comunque sapere che escludono che la morte di Marcelletti possa essere la conseguenza di un suicidio. Mentre la famiglia ha chiesto riservatezza sulla vicenda, dalle Marche gli amici del medico parlano di un Carlo Marcelletti avvilito e depresso, nonché “molto rattristato” dai guai giudiziari che lo hanno visto coinvolto. Marcelletti era nato a Vaiolati Spontini, nell’Anconetano, nel 1944, e aveva iniziato la carriera al Cardiologo Lancisi, nel capoluogo della regione, negli anni Settanta. Gli amici: era depresso - Giuseppe Misiti è il sindaco di Sirolo, nota località turistica della Riviera del Conero dove Marcelletti ha trascorso molte estati, diventandone cittadini onorario. È proprio Misiti, amico di vecchia data, a parlare di un uomo provato fisicamente, visibilmente dimagrito. “Al telefono - racconta il primo cittadino – mi diceva: non meritavo di essere trattato così, ho dato tutto me stesso alla causa della medicina”. Per Misiti, Marcelletti “pensava di essere stato attirato in qualche trappola”. Lo stesso luminare aveva confessato al settimanale Oggi, lo scorso novembre, di essere depresso. “Mi sono trovato ad un passo dalla morte, ma non era arrivata ancora la mia ora”, aveva raccontato, confessando di aver tentato il suicidio.