Svolta a "I fatti vostri"
Il caso Celentano a una svolta "Sono Angela, mi chiamo Celeste e vivo in messico"
Potrebbe essere vicino a una svolta il caso di Angela Celentano, la piccola scomparsa sedici anni fa (il 10 agosto 1996) quando aveva appena compiuto tre anni. La piccola era in gita con i suoi genitori e alcuni amici quando sparì nel nulla dal Monte Faito a Castellammare di Stabia, poco distante da Napoli Dal Messico sono arrivate una mail e una foto: potrebbero essere quelle di Angela. La novità è emersa durante la trasmissione " I fatti vostri" in onda su Rai2. La mamma di Angela Celentano, ha detto di aver già ricevuto una mail esattamente il 25 maggio del 2010, da questa ragazza che sostiene di essere sua figlia. La ragazza, che oggi ha 19 anni e che si chiama Celeste, ha raccontato di essere stata adottata e ha inviato una sua foto recente che, secondo i genitori di Angela avrebbe "punti punti di contatto" con la fisionomia di Angela. I Celentano hanno aggiunto che la pista «sembra verosimile» e tra «le più probabili» delle tantissime segnalazioni pervenute in queste anni. I contatti si sono interrotti perché "ci ha scritto che lei sta bene ma che voleva rimanere lì”, ha detto la signora Celentano. La mail “Ho visto le foto molte volte e mi fanno sempre piangere, perchèé so che quella della foto sono io ma vivo in Messico e sono felice dove sto - si legge nella prima email - Non preoccupatevi per me nemmeno potrei tornare con voi, perché non potrei separarmi da questa famiglia che ho visto per dodici anni e quasi non ho più ricordi di voi, fino a che ho visto le foto. Ma credetemi amo anche voi. Sono felice, non mi cercate più”. Dopo pochi minuti, racconta Maria Celentano, “ci è arrivata una sua foto”. “Quando abbiamo visto questa foto è indescrivibile quello che abbiamo pensato”, ha detto la mamma di Angela. Che forse, adesso, si chiama Celeste. L'inchiesta Secondo quanto la ragazza ha raccontanto in un’altra mail all’età di 4-5 anni sarebbe stata abbandonata in casa dei suoi attuali genitori da una domestica di cui si sono perse le tracce. “Nei giorni successivi e nelle mail successive lei era disposta anche a venire in Italia quando avrebbe poi compiuto 18 anni per poi fare il dna”, racconta la madre di Angela Celentano. “Ci scrivevamo la notte del fuso orario mi chiedeva di mamma e papà, mi ha chiesto di vedere la mia casa. Questo rapporto è durato un anno e mezzo ed è finito nel momento in cui la polizia italiana è andata lì per cercarla - racconta la sorella di Angela Celentano - Io penso che lei si sia spaventata e per questo ha interrotto ogni rapporto”. “In questi due anni ho pensato molto” se questa ragazza fosse veramente Angela, spiega, la “somiglianza era ed è tanta, però la certezza la avremo solo quando la troveremo e faremo il test del dna”. Le indagini hanno portato gli investigatori in Messico, attraverso le tracce del computer, ed è stato individuata una casa. “L'indagine è iniziata un anno e mezzo fa ed è ancora in corso - spiega l’avvocato Luigi Ferrandino, legale della famiglia Celentano - Le indagini hanno ripercorso via internet la strada per capire da dove partivano i messaggi fino al Messico. Hanno partecipato alle indagini polizia postale, Interpol, polizia messicana, procura di Torre Annunziata e due procure messicane”. “Si è arrivati in una città all’indirizzo dove la ragazza diceva di abitare, poi si è visto che non era quello l’indirizzo e via internet si è giunti in una seconda abitazione, in cui viveva una famiglia il cui padre è un pm della procura della città messicana e la madre è una dipendente del ministero di giustizia - aggiunge l'avvocato - Hanno sequestrato i computer e sono in corso le indagini. Ci sono dei dati cancellati, la famiglia (padre madre e due figli) ha negato di aver inviato i messaggi, ma è una certezza che i messaggi siano partiti da lì. Sono stati compiuti i dna sui due ragazzi, un maschio e una femmina, più piccola di 4 anni di Angela, e sui due genitori ma nessun risultato è uscito fuori. L’intera famiglia è ora sotto inchiesta per false dichiarazioni al pubblico ministero”.