L'impresa

Senza mani e senza gambeottiene la patente per la moto

Matteo Legnani

Davvero incredibile la storia di Fulvio Marotto, ex meccanico trevigiano 45enne con la passione per le due ruote, che è riuscito ad ottenere la patente "A" per guidare in sicurezza una moto, pur avendo mani e gambe amputate. E’ il primo caso in Italia di una persona con gravi disabilità che sia riuscita a superare a superare l'esame di guida della Motorizzazione civile e a convincere i funzionari di essere davvero in condizione di andare in sella a una motocicletta senza rischi specifici nè per se stesso nè per gli altri.  La lunga battaglia - Quella di Marotto è una storia di impegno, forza di volontà e sacrificio. Nel 2003 l'ex carrozziere, in seguito ad una broncopolmonite trascurata, aveva subito la perdita di mani e piedi. Durante la convalescenza in ospedale, Marotto già pensava a come poter tornare in sella. Ed è stato proprio grazie al suo ingegno che è riuscito nella sua impresa: l'uomo ha infatti progettato e brevettato una serie di soluzioni riguardanti il sistema di guida e di frenaggio che gli permettono di guidare senza rischi, come un brevetto per la sincronizzazione delle marce che gestisce anche la regolazione della pressione sulla frizione. Queste innovazioni, tra l’altro, potrebbero anche essere utili per i motociclisti normodotati. I progetti di Marotto includono adattatori per le mani, che consentono un ancoraggio sicuro e modulare, al cui interno vi è un sistema di controllo per diversi comandi quali acceleratore, freni, frecce, fanali, clacson e altro. Con questo sistema un arto amputato può gestire facilmente fino a nove comandi, suddivisi tra meccanici, elettrici ed elettromeccanici, sfruttando più efficacemente gli automatismi di guida rispetto alla modalità tradizionale. Si tratta di un traguardo importantissimo, che può fungere da esempio per tutte le persone dotate di gravi disabilità. "Quando 9 anni fa ho cominciato a pensare di ritornare in moto - commenta Marotto -, la questione non era nemmeno concepibile. Guidare senza gambe e senza mani era fuori discussione. La mia difficoltà più grande comunque è stata battere la burocrazia. Dopo 3 anni di lavoro la mia moto era già pronta. Gli altri 7 anni sono stati una lotta impari contro uffici e leggi che tutelano i disabili solo in teoria e non verificano lo stato dei fatti e le capacità dei singoli".