Il crollo di un mito
Ecco il tariffario del guardaroba di Umberto:mutande, cravatte, pigiami e camicie
Il Re (leghista) oggi è nudo, la sua immagine di irreprensibilità ridotta a brandelli dall'inchiesta sull'uso privato dei rimborsi elettorali da parte sua e dei figli. Ma quando doveva vestirsi da capo padano, Umberto Bossi spendeva e spandeva. In un solo anno, più di 24mila euro. Che, come tutti i re che si rispettino, faceva tirar fuori dai suoi sudditi. Dalle carte trovate dagli inquirenti nella cassaforte dell'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, risulta che Umberto Bossi si facesse pagare dal partito tutto: dai vestiti alle scarpe, dalle camicie alle mutande, fino alle mitiche canottiere che sfoggiava in onore all'uomo comune, quello che quando fa caldo e vai in ferie fa poco caso al look Erano, quelle canottiere, in filo di scozia (che non prude) e costavano 20 euro l'una (il capo se ne faceva comprare cinque alla volta). Dai documenti di Belsito, le Fiamme gialle sono riuscite a ricostruire un vero e proprio "borsino" del guardaroba bossiano. Dal quale risulta che le famose camicie verdi che il Senatùir esibiva a Pontida costavano 70 euro l'una; i boxer 17,50 euro, i pigiami tra i 70 e i 79 euro, le calze 10 euro, i guanti 85 euro, la cintura 34 euro. Poi c'erano gli abiti "di rappresentanza", quelli che Bossi indossava non davanti ai militanti, ma a Montecitorio o a Palzzo Chigi: 600 euro per un abito nero, altrettanti per un abito blu; 90 euro l'una le camicie Canali, 290 per un pullover, 480 per un giacone, 50 per ogni cravatta. Tutto annotato a mano scrupolosamente, nei registri, sotto le diciture "Umberto Bossi" o "Abbigliamento per capo".