Veronica e le veline di Silvio
Parla del presidente del Consiglio chiamandolo «l’imperatore». Critica la «sfrontatezza» del potere - incarnato sempre da lui, Silvio Berlusconi - che «offende tutte le donne». E i loro diritti. Ci risiamo. Veronica Lario è nera. Ma, come a volte capitato negli ultimi anni, invece di aspettare il consorte dietro la porta con il mattarello, la signora Berlusconi offre il suo sfogo ai mezzi di informazione. Mettendolo in piazza. Veronica è una donna riservata e dai gusti raffinati. E non ha affatto gradito il modo con cui, nelle liste del Popolo della Libertà, s’è fatto spazio a giovani e avvenenti ragazze. Sono laureate e poliglotte? Non è il curriculum il problema. Quanto l’utilizzo delle candidature delle donne che si sta facendo in vista delle elezioni europee. Lei, Veronica Lario, lo definisce senza mezze misure: «Ciarpame senza pudore». La polemica sollevata da Fare Futuro, la fondazione di Gianfranco Fini, contro il «velinismo» deve averla colpita in modo particolare. Tanto che ieri, da Macherio, è partita una mail in risposta alla questione sollevata dagli uomini del presidente della Camera. Il contenuto? Lo stato d’animo di Veronica. Quello che pensa la first lady sulle possibili candidate del Pdl alle Europee. «Voglio che sia chiaro», spiega, «che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». La signora Berlusconi parla per sé, ma anche a nome della famiglia. Stesso copione dell’altra volta. Quando la Lario prese posizione, in una lettera inviata a Repubblica, in seguito alle galanterie, eccessive secondo la donna, che il marito Silvio riservata alle esponenti di Forza Italia. Salvatore Dama su Libero di mercoledì 29 aprile