Mirandola
I due imprenditori uccisidall'amore per il lavoro
Sono morti sul campo. Sono morti insieme con i loro operai, sono morti per quell’insopprimibile bisogno, impegno, dovere che anima le migliaia di imprenditori che hanno fatto sorgere i distretti industriali di questa terra tra Modena, Ferrara e Mantova che trema, che inghiotte, che uccide. Spesso sono figli di operai che hanno cominciato da operai loro stessi, si sono fatti piccoli artigiani poi la fabbrica è cresciuta fino a diventare un gioiello di tecnologia. È la storia comune a due imprenditori di Mirandola che sono tra le vittime - sedici se ne contano nel modenese - di questo terribile terremoto: Enea Grilli di San Giacomo di Roncole e Mauro Mantovani, 64 anni del capoluogo. Enea Grilli è stato travolto da uno dei capannoni della sua azienda la Bbg Srl: una fabbrica modello, dicono tutti in paese. Era sorta nel ’73 come un piccolo laboratorio artigiano per la lavorazione di meccaniche di precisione. Poi era decollata come tutto il distretto biomedicale che fa di Mirandola una delle eccellenze mondiali. La Bbg occupava 3mila metri quadrati ed era specializzata nella produzione di apparecchiature per i fluidi organici. Avevano deciso di riprendere la produzione proprio perché i danni del primo terremoto parevano limitati. Enea Grilli - come sempre - ieri era stato il primo ad arrivare in fabbrica. Lo avevano accompagnato due dei suoi operai: un ragazzo di 30 anni e uno di 39. La produzione doveva riprendere proprio ieri e ora suona come un presagio quell’annuncio che è rimasto sul sito dell’azienda: «Siamo lieti di comunicare a tutti i clienti e fornitori che la nostra azienda potrà ricominciare la propria normale attività lavorativa da lunedì 28 maggio 2012». È stata questa voglia, quest’ansia, questa imprescindibile esigenza di tirarsi su le maniche a travolgere sotto le macerie di quel capannone giallo Enea e i suoi due operai. La stessa spinta che ieri ha riportato in fabbrica, nella sua fabbrica, Mauro Mantovani. Sessantaquattro anni, una laurea in farmacia, ma da sempre il desiderio di produrre, di mettersi in gioco. Con altri due soci aveva fondato una quarantina di anni fa la Aries srl, una delle aziende leder del polo di Mirandola. La Aries era divenuta una realtà produttiva di assoluta avanguardia. Uno stabilimento nella zona industriale di 3500 mq con laboratori ad altissima tecnologia per produrre strumenti per le trasfusioni, una linea di strumenti d’ausilio alla nutrizione e una di prodotti per la cura e l’assistenza oncologiche. Il dottore come lo chiamavano tutti aveva deciso di fare un sopralluogo in prima persona prima di riavviare la produzione che si era fermata dopo le prime scosse del 20 maggio. E ieri era stato il primo ad arrivare. Dopo un giro d’ispezione quando stava per riaccendere i motori della fabbrica è stato travolto dal crollo di una trave in cemento armato.