Napolitano difende i partigiani

Silvia Tironi

Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano torna a parlare del 25 aprile, che è "una festa per tutti e di tutti". E difende la Resistenza, "un fenomeno che abbracciò tutta la nazione", ha sottolineato il capo dello Stato." Ci fuquella dei partigiani, quella dei militari e quella delpopolo. Quindi è importante che quest'anno il 25 aprile sia celebratoin qualsiasi modo e in qualsiasi luogo ricordando l'una o l'altra dellecomponenti della Resistenza. L'importante è che ci unisca laconsapevolezza e lo stesso impegno per conservare i valori dellaResistenza che si sono tradotti nella Costituzione repubblicana". Napolitano difende dunquel'esperienza partigiana dai molti attacchi cui è stata esposta. In visita a Forno diCoazze, dove si trova l'ossario che conserva le spoglie dei 300partigiani morti durante la Resistenza in Val Sangone, Napolitano ha sottolineato come sia "essenziale che ci unisca", in questa festa della Liberazione, "la stessa consapevolezza, lo stesso impegno a preservare il patrimonio e i valori della Resistenza che si sono tradotti nei principi e nei diritti della Carta repubblicana". Quindi ha aggiunto: "È importantedare peso all'unitarietà di tutte le espressioni che ha avuto laResistenza ma senza svalutare o diffamare come purtroppo è accaduto eancora accade l'esperienza partigiana che, piaccia o meno, dette uncontributo fondamentale per restituire dignità, libertà e indipendenzaal nostro paese".Napolitano insiste sulla necessità di "valorizzare tutte lecomponenti della Resistenza. Fu decisiva in questa lottal'eroismo delle formazioni partigiane - dice Napolitano - ma anche lacomponente popolare che fu rappresentata dalle sofferenze e dalleatrocità inflitte alle popolazioni civili" che comunque si distinseroper la loro "solidarietà attiva" con il movimento partigiano. "Non fudi minore importanza la componente militare" con i soldati che "nonsipiegarono" ma combatterono "eroicamente e si unirono alle formazioni partigiane". Infine il contributo del nuovo esercitoitaliano che Napolitano ricorderà proprio a Mignano Montelungo e"l'odissea dei 600mila militari italiani internati in Germania cherespinsero ogni lusinga rifiutando l'adesione al regime repubblichino".