Crisi killer
Ora lo dicono anche i medici: la crisi economica uccide
Avanza lo spettro del rischio suicidio in Italia: l’impatto sulla salute di una crisi economica come quella che stiamo vivendo a livello globale è forte e potrebbe portare a un incremento del numero di persone che si tolgono la vita perchè afflitte da difficoltà finanziarie. L’avvertimento arriva dai dati della nona edizione del Rapporto Osservasalute (2011). In Italia nell’ultimo anno preso in considerazione in questa edizione del Rapporto si evidenzia una ripresa (3.799 casi) del fenomeno. I dati - Il suicidio è connesso alla salute mentale della popolazione e i tassi risultano essere più elevati tra i celibi e le nubili rispetto ai coniugati. Nel biennio 2007-2008, il tasso medio annuo di mortalità per suicidio è pari a 7,26 per 100.000 residenti di 15 anni ed oltre. Nel 77% dei casi, il suicida è un uomo. Il tasso standardizzato di mortalità è pari a 11,27 (per 100.000) per gli uomini e 3,15 (per 100.000) per le donne, con un rapporto uomini/donne pari a 3,6. Vi è una variabilità geografica marcata, con tassi maggiori nelle regioni del Nord, anche se con alcune eccezioni. Antidepressivi boom - Si consumano minori quantità di verdure, si risparmia sullo sport, le incertezze economiche aumentano il carico psicologico legato all’incertezza e così risulta in aumento il consumo di farmaci antidepressivi, cresciuto di oltre quattro volte in una decade, passando da 8,18 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel 2000 a 35,72 nel 2010.