Giustizia
Prostituzione minorile, il disturbatore della tv Paolini rimandato a giudizio
Il disturbatore televisivo Gabriele Paolini è stato rinviato a giudizio a Roma per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile. L'uomo è accusato di aver pagato somme di denaro per avere rapporti sessuali con cinque ragazzi minorenni, di possesso di materiale pedopornografico e di un episodio di tentata violenza sessuale. L'udienza - Durante l'udienza Paolini ha ribadito di non aver ''mai indotto alcun minore alla prostituzione'' e di avere a che fare ''con accuse che non stanno né in cielo né in terra'' ma la sua autodifesa non ha convinto il giudice Donatella Pavone che, al termine di una breve camera di consiglio, ha deciso di rinviarlo a giudizio. Il processo prenderà il via il 7 gennaio prossimo davanti ai giudici della quinta sezione del tribunale collegiale. Le parole di Paolini - ''Per mia natura sono un combattente, ma oggettivamente devo trovare un motivo per lottare e andare avanti. Questi capi di imputazione non mi appartengono e li respingo categoricamente. Una ragione per non mollare è l'amore che provo per Daniel", uno dei cinque ragazzi che per il pm Claudia Terracina è stato pagato per fare sesso con lui. L'inizio delle indagini - Le indagini erano state avviate in seguito ad una denuncia presentata dai titolari di un laboratorio fotografico di Riccione che avevano ricevuto per via telematica da un punto vendita in via Nomentana a Roma, alcuni file fotografici da stampare che ritraevano scene di sesso tra Paolini e alcuni ragazzi che sembravano minorenni. I rapporti sarebbero avvenuti in una cantina in zona piazza Bologna. Paolini era stato poi arrestato nel novembre dello scorso anno dai carabinieri della capitale e recluso nel carcere di Regina Coeli. Dopo alcuni giorni gli erano stati concessi i domiciliari a casa dei suoi genitori.