Il futuro del centrodestra

Libero agita Forza Italia: "Ora dobbiamo cambiare"

Andrea Tempestini

Atteggiamento nei confronti di Matteo Renzi e linea politica di Forza Italia. L’editoriale di ieri del direttore di Libero, Maurizio Belpietro, «sull’appannamento generale della linea politica» del movimento azzurro, scuote i forzisti. Da Silvio Berlusconi in giù, lo stato maggiore e i gruppi parlamentari forzisti si interrogano sulla strada migliore da seguire per imprimere una sterzata alla rotta del partito. Lo stesso ex premier, che già da tempo riflette sulle conseguenze dell’abbraccio tra Forza Italia e Renzi, è rimasto colpito dalla lettera, il cui contenuto è stato riportato ieri dal nostro quotidiano, di un’elettrice di centrodestra. Elettrice delusa a tal punto dalla linea di opposizione soft di Forza Italia, da ipotizzare un voto al M5S alle prossime Europee. Dubbi, interrogativi sulla bontà della rotta seguita finora, che Berlusconi avrebbe confessato ai suoi collaboratori. E che sono coincisi, ieri, con l’innalzamento dei toni contro il «Renzi tassatore». Di certo il dibattito interno al partito riprenderà con maggiore vigore una volta chiuse le urne delle Europee. Prima, osserva Gianfranco Rotondi, c’è da portare a casa il risultato: «Sotto il 20% siamo a rischio. Quindi assicuriamoci la salvezza e solo dopo discutiamo». ABBRACCIO MORTALE Per raggiungere la «salvezza», il deputato ex democristiano conosce solo una ricetta: palla al Cavaliere. «I voti li ha lui, senza Berlusconi Forza Italia non esiste». Quindi è inutile, aggiunge Rotondi, che in questa fase, «in campagna elettorale, i miei colleghi dirigenti discutano come se fosse in atto un congresso. Basta con queste sedute soft di psicanalisi collettiva. In campagna elettorale si piazza la merce, non si discute di quale merce vendere». E la merce migliore di Forza Italia, «anzi l’unica, è Silvio Berlusconi». L’auspicio è che possa bastare, insieme a una rimodulazione del messaggio nei confronti di Renzi, per recuperare terreno nei sondaggi. Il difficile verrà dopo il voto. «Per vincere alle prossime Politiche, Berlusconi dovrà ritrovare le sue virtù di federatore. Dove la andiamo a cercare una nuova maggioranza di centrodestra? Invece l’ultimo Berlusconi si è chiuso, non risponde neanche più al telefono».  La riflessione è aperta. «Agli elettori dobbiamo spiegare non solo quello che abbiamo fatto, ma soprattutto quello che intendiamo fare per il futuro», conclude Rotondi. «In che modo gli faremo vedere la luce in fondo al tunnel? Mica ci votano per riconoscenza». Giuseppe Galati, segretario della commissione Bilancio della Camera, mette il dito nella piaga: «La gestione del rapporto con Renzi è difficile. Da una parte, come rivendicato dallo stesso Berlusconi, il governo sta portando avanti temi e riforme tipicamente nostre. Dall’altra abbiamo la necessità, come uno dei principali partiti di opposizione, di non enfatizzare troppo i risultati dell’esecutivo per non dare a Renzi una spinta ulteriore». Tutto questo in una campagna elettorale in salita, dove il «clima, a causa del crescente malcontento per la politica, non è favorevole». Tuttavia Forza Italia conta nel colpo di reni di Berlusconi: «Tradizionalmente, la campagna elettorale si scalda negli ultimi giorni». La speranza è che possa essere sufficiente per ottenere il risultato minimo. «Come partito non possiamo scendere sotto il 21/20%. Solo in questo modo possiamo pensare di trainare l’intera coalizione di centrodestra verso il 35%». NUOVA COALIZIONE Una coalizione che il Cavaliere deve necessariamente ricostruire. «Quel mondo che Berlusconi ha messo insieme nel 1994, deve ricompattarsi senza cadere nel populismo», chiosa Galati. Allo studio c’è da tempo l’opzione di dare vita ad una seconda edizione della Casa delle libertà, con dentro, oltre a FI, Nuovo centrodestra, Lega, Fratelli d’Italia e un possibile, nuovo soggetto centrista. Nel frattempo, guai ad avere complessi di inferiorità nei confronti di Renzi: «Noi la nostra riforma costituzionale l’avevamo approvata, completa, nel 2005. Non accettiamo lezioni». di Tommaso Montesano