Rabbia musulmana
L'Islam continua la rivolta, massima allerta anche in Italia. Interrogato il produttore del film
Un californiano legato alla diffusione del film "blasfemo" su Maometto che ha infiammato il mondo musulmano è sotto interrogatorio dell’Fbi. Lo ha riferito la polizia americana. La polizia di Los Angeles ha prelevato da casa Nakoula Basseley Nakoula, l’uomo ritenuto l’autore del film L'innocenza dei musulmani che ha provocato le rivolte nel mondo arabo. Secondo quanto riporta il Los Angeles Times, poco dopo la mezzanotte gli agenti hanno scortato un uomo in auto, che si era coperto il volto con un fazzoletto, per portarlo, come è stato precisato in seguito, alla centrale di Cerrito per interrogarlo. Al Qaeda: "Continuare gli attacchi" - La pubblicazione sul web della pellicola, giudicata blasfema dai fondamentalisti islamici perché rappresenterebbe il profeta Maometto come donnaiolo e truffatore, è stata l'elemento scatenante dell'ondata di violenza in Medio Oriente e Nord Africa: dopo la morte dell'ambasciatore americano a Bengasi Christopher J. Stevens, ucciso nell'assalto al consolato Usa di Libia, le proteste sono proseguite in questi giorni in Tunisia, Cairo, Yemen, Sudan, Indonesia e Libano, dove da venerdì è in visita pastorale Papa Benedetto XVI. Assalti alle ambasciate occidentali e americane soprattutto, scontri con le forze dell'ordine e, dietro, la mano di Al Qaeda: in tutto il bilancio delle vittime delle guerriglie parla di 8 morti. Ma il film sarebbe stato un pretesto, se è vero come ha affermato il presidente dell'Assemblea nazionale della Libia Mohammed Magarief l’attacco al consolato americano a Bengasi era "pianificato" ed è stato eseguito "nei minimi dettagli". il sito di base negli Usa che monitora le attività dei gruppi jihadisti sul web. Sempre il Site ha confermato che l'attacco al consolato americano di Bengasi è stato una vendetta per l'uccisione del numero due del gruppo terroristico, Sheikh Abu Yahya al-Libi "No ai marines" - Segnali di tensione arrivano anche dei governi di Yemen e Sudan, che hanno respinto l'ipotesi di invio di marines Usa nei paesi per proteggere le ambasciate americane da eventuali assalti. Il Parlamento yemenita in un comunicato ha ribadaito "il suo no a qualunque forma di presenza straniera" nello Yemen, dichiarando che è il governo di Sanaa a dover garantire la protezione delle ambasciate straniere nel Paese. Identica la posizione assunta dal Sudan. Identificate 50 persone - Le autorità libiche hanno identificato 50 persone che sono coinvolte nell'attaco sferrato martedì sera contro il consolato americano a Bengasi e costato la vita all'ambasciatore Stevens e ad altri tre diplomatici Usa. Lo ha riferito una fonte della sicurezza libica, precisando che coloro che hanno condotto l'attacco erano parte di una folla che stava manifestando contro un film blasfemo su Maometto prodotto negli Stati Uniti. Dei 50 identificati, quattro persone sono state arrestate e vengono interrogate, hanno riferito i funzionari americani. "Sappiamo che ci sono 50 persone coinvolte nell'attacco, abbiamo i loro nomi e sappiamo dove sono", ha spiegato Abdel-Monem Al-Hurr, portavoce della Commissione suprema della sicurezza della Libia. "Quattro persone sono state arrestate. Altri sono scappati dall'aeroporto di Bengasi, forse via Egitto, ma non è confermato. Abbiamo dato i loro nomi a tutti al confine libico", ha aggiunto. Viminale: massima allerta - Massima allerta anche in Italia a seguito delle violente proteste nei Paesi islamici. In una circolare indirizzata dal Viminale a tutti i prefetti e i questori si raccomanda di rafforzare la vigilanza sugli obiettivi sensibili. In particolare sotto controllo ci sono le sedi diplomatiche Usa e israeliane. I misteri del film - Basseley Nakoula, spiegano gli inquirenti, non è stato arrestato o fermato, ma il suo è un interrogatorio volontario. I funzionari dell’Office of Probation stanno valutando se Nakoula, che è stato condannato per frode bancaria, abbia violato i termini della sua libertà vigiliata producendo il video e poi caricandolo su Internet. Infatti la condizione di libertà vigilata gli impone di non possedere strumenti per l’accesso alla Rete senza l’approvazione dei funzionari dell’ufficio. Intanto stanno emergendo altri dettagli sulla confusa e misteriosa vicenda della realizzazione del film su Maometto che sarebbe stato girato in due set di Hollywood grazie ad un permesso che sarebbe stato ottenuto da un’associazione benefica cristiana. Secondo quanto riporta l’Huffington Post, citando il San Gabriel Valley Tribune, è stato Media for Christ, associazione californiana che si prefigge di far "risplendere la luce di Cristo" nel mondo, a chiedere il permesso per realizzare il film alle autorità locali. Nonostante il suo presidente, Joseph Nassralla, sia un fervente critico dell’Islam, l’associazione ha però dichiarato di non aver nulla a che vedere con il film. E intanto sempre secondo l'Huffington Post il regista della pellicola sarebbe stato un regista porno: il 65enne Alan Roberts, autore di alcuni "classici" del genere come The Happy Hooker goes Hollywood.