Attacco ai media

Grillo, il teorico del "vaffa" fa la vittimaVogliono farmi fuori

Lucia Esposito

  Cita Orwell  per riadattare ai giorni nostri l’immaginario Rito dell’Odio, ma è più concreto e drammatico il richiamo di Beppe Grillo agli anni di piombo, per paventare addirittura un attentato ai suoi danni come ipotetico frutto della campagna di aggressione che denuncia da parte di politica e media.   "Il rito quotidiano dell’Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al MoVimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente", dice dal suo blog Grillo. "Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo", prosegue accusando i critici perchè "non discutono mai nel merito, ad esempio del Programma del M5S, insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere".   "E dopo? Cosa verrà dopo?", si domanda Grillo che passa a fornire anche uno scenario: "Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione - incalza - sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere, come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere".   Sostituendo il suo al nome dell’Emmanuel Goldstein creato dalla penna di George Orwell, Grillo racconta allora di quel "rito dell’Odio era cominciato. Come al solito, la faccia di Beppe Grillo, il Nemico del Popolo, era apparsa sullo schermo. S'udì qualche fischio, qua e là, fra i presenti. La donnetta dai capelli color sabbia diede in una sorta di gemito in cui erano mescolati paura e disgusto. Grillo era il rinnegato. Durante il suo secondo minuto, l’Odio arrivò fino al delirio. La gente si levava e si rimetteva a sedere con gran rimestio, e urlava quanto più poteva nello sforzo di coprire il belato di quella voce maledicente che veniva dallo schermo. La donnetta dai capelli color sabbia era diventata rossa come un peperone e apriva e chiudeva la bocca come un pesce tratto fuor d’acqua. Una bruna aveva cominciato a strillare: 'Porco! Porco! Porco!'".   Qui arriva un’altra interpolazione grillista, che aggiunge agli insulti della folla dei non casuali "Populista! Populista! Populista!", "Fascista! Fascista! Fascista!", "Assassino! Assassino! Assassino!", "Evasore! Evasore! Evasore!". "E tutt'a un tratto - riprende il riadattamento della citazione - afferrò un pesante dizionario di Neolingua della Casta e lo scaraventò sullo schermo. Questo andò a colpir diritto il naso di Grillo e poi ricadde a terra: la voce continuava inesorabile. Tutti strillavano e battevano furiosamente i tacchi contro il piolo della sedia. La cosa più terribile dei Due Minuti d’Odio non consisteva tanto nel fatto che bisognava prendervi parte, ma, al contrario, proprio nel fatto che non si poteva trovar modo di evitare di unirsi al coro delle esecrazioni". "Beppe Grillo è insopportabile, ma Bersani ha sbagliato a dirgli che è un fascista". Lo ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, intervenendo alla Festa Democratica del Pd. "Io ricordo - ha aggiunto Renzi - che quando faceva il comico, e io ero un suo ammiratore, terminava gli spettacoli distruggendo un computer e dicendo che ci avrebbe portato alla solitudine, all’isolamento". "Grillo è uno - ha concluso il sindaco di Firenze - che ha cambiato idea su tutto, ma per mandarlo a casa basterebbe dire dimezzamento del numero dei parlamentari, eliminazione dei vitalizi e fine del bicameralismo perfetto. Perchè la riforma della pensioni va fatta, io sono d’accordo, ma se la fa una classe dirigente che di pensioni ne ha due la gente si incavola".