Addio Pdl

Berlusconi stringe i tempie registra "GrandeItalia"

Matteo Legnani

di Salvatore Dama Nel dubbio - elezioni anticipate  o no - Silvio Berlusconi si prepara affinché gli eventi non lo prendano in contropiede. Lo scorso 18 luglio il Cavaliere ha registrato il nome del nuovo partito: “GrandeItalia”. Una sola parola, per evitare il problema dell’acronimo sofferto dal Popolo della libertà. Che viene il più delle volte ribattezzato “Pdl”, quando non “la Pdl”. Il nuovo marchio, informa Il Velino, è stato depositato all’Ufficio europeo dei brevetti ed è sotto esame dell’autorità competente con il numero di assegnazione 011104742. Per stare sicuro che nessuno gli freghi l’idea, l’ex presidente del Consiglio ha registrato lo stesso brand, ma diviso, staccato in due parole “Grande Italia”.  Ciò non significa, spiegano ambienti berlusconiani,  che l’uomo abbia preso la sua decisione definitiva. Valuta anche altre opzioni. Tutte contenenti la parola “Italia”, tutte che rispondono allo stesso obiettivo: rispolverare l’intuizione originale, quella con cui Silvio ha esordito in politica: “Forza Italia”. Ritornare al passato non si può per le resistenze degli ex An che sono rimasti in condominio con gli ex forzisti dopo la scissione finiana. Sicché Berlusconi valuta succedanei.  Il marchio “GrandeItalia” è stato depositato in forma verbale, non c’è ancora un logo abbinato e i  creativi del Cavaliere sono a lavoro per trovare una versione grafica che lo soddisfi. Insomma Silvio ha ancora bisogno di tempo per lanciare la sua nuova creatura, tre mesi non gli bastano. Per cui l’ipotesi di un voto anticipato a novembre lo trova dubbioso. A luglio aveva rallentato la trattativa con il Partito democratico sulla legge elettorale. E lo aveva fatto consapevole che l’accordo ad agosto sulle nuove regole di voto (anche in presenza di un  modello gradito e conveniente al Pdl) avrebbe accelerato le urne e, di conseguenza, l’intesa tra Bersani e Casini.  Da allora Silvio non ha cambiato idea. Queste settimane di vacanza sono servite anche a riflettere. Per ponderare. E, agli occhi di Berlusconi, la corsa al voto autunnale presenta più aspetti negativi che positivi, anche se il suo partito è dato in risalita nei sondaggi. Il Cavaliere attende con interesse le urne siciliane, fissate per il 28 ottobre. Dovesse fallire l’esperimento bianco-rosso, cioè l’asse tra Udc e Pd, «Casini, che è un opportunista, potrebbe tornare a dialogare con noi». Nel Pdl ci credono ancora a un ritorno dei centristi sui propri passi. Possibilista è il capo della delegazione azzurra nel Ppe Mario Mauro che dice no al voto anticipato annunciando  incontri con Casini e Montezemolo per cercare di rilanciare l’unità dei moderati.  Ma la geometria dei futuri schieramenti dependerà essenzialmente dalla nuova legge elettorale. Se passa un modello che prevede il premio di governabilità al primo partito (e non più alla coalizione) allora le alleanze saranno inutili. Ognuno per sé alle urne. Ci si conta e dopo ci si accorda in Parlamento. Come ai tempi della  prima Repubblica.