Maria Giovanna Maglie
Pussy Riot, la democrazia non c'entra:il carcere se lo sono cercato
di Maria Giovanna Maglie Indignatevi, insultatemi, accusatemi delle peggiori nequizie antidemocratiche, ma non riuscirete a farmi dire che ieri a Mosca con la condanna a due anni delle ragazze di Pussy Riot si è consumata la tragedia, si è scritta l’ingiustizia, che sono state violate le libertà civili e il diritto di opinione, che Vladimir Putin, ma anche Cirillo I, si sono confermati per i due tiranni sanguinari che sono. Mi dispiace, lenzuolate di indignazione e protesta le abbiamo ascoltate in tv per l’intera giornata di ieri, assieme alle vibrate proteste degli Stati Uniti- Paese che amo ma gli ricordo sommessamente che Guantanamo è sempre aperto e che se la loro performance le fanciulle l’avessero fatta, che so, a St Patrick o in Sinagoga a New York, la polizia prima le avrebbe massacrate poi qualcuno si sarebbe occupato del Primo Emendamento - dell’Unione Europea - istituzione che critico, ma non è questo che mi fa velo se dico alla baronessa Ashton di occuparsi di cose più serie, per esempio di due cittadini europei detenuti illegalmente in India da sei mesi per aver svolto secondo le regole europee la protezione di una petroliera europea dai pirati - e naturalmente tutti i professionisti dei diritti umani e del politically correct del mondo, capitanati da Amnesty International - associazione che detesto, ma anche qui a dir loro di scegliere cause più pregnanti, che so, la persecuzione dei cristiani, la condizione delle donne o degli omosessuali nel mondo islamico, i controlli di verginità, le visite anali, le lapidazioni per adulterio, non ci vuole grande fantasia. Critiche e diritto - Nella vicenda appena conclusa nel tribunale di Mosca ci sono sicuramente elementi di critica, ma sono più di opportunità che in punta di diritto. Si può sicuramente dire che Putin e il governo, ma anche la Chiesa ortodossa, meglio avrebbero fatto, più astuti si sarebbero rivelati, a far cadere il silenzio sulla pagliacciata che si è consumata nella cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca, la più importante del Paese, che, insomma, far passare per eroi ed eroine un gruppetto di scalmanati sovvenzionati da quello squalo di George Soros, non rivela pugno d’acciaio ma una certa stupidità del potere. Tuttavia la decisione l’ha presa un giudice, esponente di quella magistratura a tutela della cui autonomia altrove ci si leva a difensori col petto esposto; tuttavia la vulgata che finge che Vladimir Putin non sia stato regolarmente eletto, che la Russia non abbia fatto in vent’anni di libertà dal comunismo passi da gigante in benessere e libertà, è insopportabile; tuttavia se la stessa bravata le ragazze del Pussy Riot l’avessero compiuta in altri Paesi che si sentono arbitri di diritto, anche da noi, sempre sotto processo, e probabilmente condannate, sarebbero finite, se non altro per vilipendio del presidente della Repubblica, per vilipendio della religione cattolica, per aver occupato e devastato un luogo di culto. L’arte non c’entra - L’arte c’entra poco, la politica anche, si può avere un debole per certe sortite trash, ma vanno chiamate con il loro nome, sono atti di teppismo. Il gruppo è noto da tempo per performances diciamo così creative, quasi sempre a volto coperto da passamontagna, come furti nei grandi magazzini a tempo di musica, spesa proletaria nei supermercati con incursioni nel banco della macelleria e tentativo di infilarsi polli interi nella vagina, accoppiamento selvaggi e rumorosi in musei, tutti nudi e alcune ragazze vistosamente alla fine di gravidanza. Artistico, vero? Nella cattedrale sono entrati una decina, gruppo musicale e quattro performer, tra religiosi e fedeli sconvolti, e hanno raggiunto l’altare per intonare la loro “preghiera”. Ecco il testo, riferito dalle agenzie, con qualche pudore censorio di troppo, visto che dove si legge «immondizia» a proposito di Dio, il testo originale recita invece «merda», dove si dà del «cane» al capo della Chiesa ortodossa, il testo originale dice «cagna». «Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin! caccia Putin, caccia Putin! Sottana nera, spalline dorate. Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi. Il fantasma della libertà è nel cielo. Gli omosessuali vengono mandati in Siberia in catene. Il capo del Kgb è il più santo dei santi. Manda chi protesta in prigione. Per non addolorare il santo dei santi le donne devono partorire e amare. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Madre di Dio, Vergine, diventa femminista. Diventa femminista, diventa femminista. Inni in chiesa per leader marci, una crociata di nere limousine. Il prete viene oggi nella tua scuola. Vai in classe, portagli il denaro. Il Patriarca crede in Putin. Quel cane dovrebbe piuttosto credere in Dio. La cintura della Vergine Maria non impedisce le manifestazioni. La Vergine Maria è con noi manifestanti .Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin. Caccia via Putin! caccia via Putin!». Indifferenza - Si può serenamente decidere che meglio sarebbe comminare multe salate per simili reati piuttosto che carcere, ma dite voi se vi sembrano eroine da esaltare in concerti e proteste politiche che scuotano il mondo occidentale, e l’Europa, che pure di guai suoi ne avrebbe d’avanzo. Ieri nell’indifferenza generale un egiziano ha massacrato di botte la moglie di diciannove anni, incinta, che aveva sollevato il velo che le copriva il volto perché stava svenendo per il caldo. A Porto, Empedocle, Agrigento, Sicilia, Italia. Un po’ di indignazione nazionale per questo no?