Guerra interna
I giornalisti del Corriere contro De Bortoli: "Con lui figli di e sexy veline"
Ferruccio De Bortoli "dura fino a marzo, poi lo fanno fuori". Avrebbe i mesi contati, il direttore del Corriere della Sera, e a rivelarlo sarebbe una gola profonda di via Solferino, sede del più importante e prestigioso quotidiano italiano. Dove da tempo, rivelano fonti interne, è in corso una vera e propria guerra civile tra lo stesso De Bortoli e la redazione. Come rivela Luigi Mascheroni sul Giornale, il Cdr del Corriere eha inviato una lettera durissima indirizzata al direttore, che è in vacanza. Le accuse sono chiare: costi relativi troppo alti, 12 milioni, a causa dell'eccessivo spazio riservato alle esose firme esterne a discapito delle risorse di via Solferino. E alla faccia della "valorizzazione e dell'orgoglio di appartenenza" sbandierate da De Bortoli quando, qualche mese fa, si parlava di una sua sostituzione con il direttore de La Stampa Mario Calabresi, graditissimo alla quota Fiat del cda del Corrierone. Il problema, però, non è solo di natura economica. Gli screzi nascono anche dalla linea editoriale che De Bortoli sta portando avanti, ad essere generosi, da inizio anno: e cioè spazio eccessivo alle lettere dei professori, dei ministri del governo tecnico, dei politici in generale. Il quotidiano, protestano i giornalisti, non può diventare una bacheca per i messaggi dei potenti. Nepotismo e amici di - E ancora: nepotismo, con "la comparsa - si legge nella lettera del comitato di redazione - sul giornale di componenti della stessa famiglia: fratelli, padri e figli, padri e figlie, mariti e mogli, mariti di..., mogli di..., generi di...". Nessun nome, quelli li fa Mascheroni: Stefano Jesurum, genero di Enzo Biagi e da poco in pensione. Paolo Mereghetti, marito della collega Orsola Riva, figlia di quel Massimo Riva grande amico di De Bortoli e pure senatore del Pci per 9 anni. Maria Laura Rodotà, figlia dell'ex garante. Gianna Fregonara, moglie di Enrico Letta, vicesegretario del Partito democratico. Un certo mondo di centrosinistra è l'estrazione anche di alcuni nuovi acquisti: dagli ex giornalisti del Riformista (Tommaso Labate e Luca Mastrantonio scrivono subito in prima pagina, caldeggiati dal neoeditorialista del Corriere e loro ex direttore Antonio Polito, fedelissimo di Massimo D'Alema), anche se il filo diretto con la sinistra (prima del Riformista c'era l'Unità) non si è mai spezzato. Veline in via Solferino - E poi c'è il capitolo più spinoso, che sfocia nel gossip. Nelle pagine di cultura, ci sono troppe firme strapagate. Aldo Grasso a parte (le cui sei rubriche sui giornali del gruppo non vanno tanto giù ai più giovani), l'ex Repubblica Pietro Citati creerebbe malumori per i suoi articoli riciclati che gli farebbero guadagnare 4.000 euro al mese. Alla faccia dei risparmi in tempi di cirisi. Firme strapagate, oppure sconosciute, "scelte da chi, e perché"? Qualcuno parla addirittura di veline, non politiche ma in stile Striscia la Notizia. Mascheroni fa riferimento ad alcune collaboratrici dell'inserto domenicale La Lettura, da Gilda Policastro a Veronica Raimo, che secondo i maligni "si presentano sui loro siti internet in pose tra l'ammiccante e il sexy", scrive il giornalista de Il Giornale.