I dati

Evasione fiscale, burocrazia e giustiziaItalia ultima in Europa

Lucia Esposito

  E' un Italia immobile, bloccata dalle lungaggini della burocrazia e dai cavilli della giustizia, quell che emerge dai dati dell'Uffico studi di Confcommercio. Mancata semplificazione normativa, lungaggini burocratiche, bassa qualità dei servizi pubblici e  onerosità degli adempimenti collocano il nostro Paese in fondo alle   classifiche nel confronto internazionale. Rispetto agli altri Paesi l’Italia registra il più basso livello di efficienza del  sistema giudiziario ed è agli ultimi posti per la capacità di   risolvere controversie tra imprese, per la diffusione di pagamenti   irregolari e tangenti, per i costi e i tempi di adempimento degli   obblighi fiscali (occorre un numero di ore quasi 5 volte superiore a   quello del Lussemburgo).  Tempi biblici Inoltre, negli ultimi dieci anni, il tempo di attesa per una   sentenza di fallimento o di insolvenza è praticamente raddoppiato passando da uno a quasi due anni (quasi 5 volte i tempi dell’Irlanda e  il doppio del Regno Unito); anche sul fronte dei servizi pubblici resi  ai cittadini l’Italia registra risultati tutt'altro che brillanti, in   particolare per la scarsa qualità ed efficienza delle istituzioni e   delle infrastrutture. Nel campo dell’istruzione, ad una percezione abbastanza positiva  della qualità della scuola primaria, fa riscontro una minore   performance del sistema educativo superiore, anche a causa della   scarsa diffusione del web all’interno delle scuole; solo sul versante   della sanità si registra un risultato positivo. Giustizia e tangenti L'Italia agli ultimi posti per efficienza del sistema giuiziario: nella graduatoria 2010, l’Italia occupa l’ultimo posto su 26 paesi, segnalando un peggioramento di una   posizione rispetto al 2000. L'indicatore sull'efficienza del quadro giuridico di riferimento  per le controversie tra imprese, mostra per l’Italia una situazione  fortemente critica. Le valutazioni espresse nell’indagine del World  economic forum sull'idoneità del nostro sistema a risolvere le   controversie in maniera rapida ed efficiente sono decisamente   negative: nella graduatoria del 2010 l’Italia occupa la penultima   posizione preceduta da Portogallo, Grecia, Slovenia e Messico. La   posizione dell’Italia risulta addirittura peggiorata dal confronto con  il 2000 quando occupava la 23esima posizione. L'Italia, inoltre, si distingue per la diffusione di pagamenti   irregolari e di tangenti e occupa nella graduatoria del 2010 il   25esimo posto, prima della Slovacchia. Al contrario, i paesi del Nord   Europa, dove la corruzione è ritenuta quasi inesistente, occupano i   primi posti della classifica.