Europa a pezzi
Parigi e Berlino truccano i bilanciMa a tagliare siamo soltanto noi
Invertiamo le parti: sia l’Italia a chiedere a Francia e Germania di mettersi in ordine. Roma, infatti, ha iniziato a farlo, pur faticosamente, ma Parigi e Berlino nemmeno lo hanno in programma. Vediamo i fatti. Debito pubblico: ufficialmente è sotto il 100% in Germania, ma se si contasse quello dell’agenzia dello sviluppo per la riunificazione ed altre simili istituzioni andrebbe ben oltre, probabilmente verso il 115% del Pil; quello francese è calcolato in un perimetro di amministrazione pubblica ritagliato per farlo apparire meno di quello che è, il calcolo giusto lo porterebbe oltre il 120% del Pil. Il calcolo del debito italiano, invece, è giusto al centesimo, con l’eccezione dei 60-70 miliardi che lo Stato deve ai fornitori e la cui contabilizzazione appare ambigua. In sintesi, l’ipotesi è che Francia e Germania nascondano centinaia di miliardi di debito e che ciò possa essere un fattore di futura destabilizzazione dell’Eurozona. In particolare: mentre per l’Italia l’entità del problema è trasparente, al riguardo di Francia e Germania non lo è anche per l’azione di nascondimento e di negazione attuata dai due governi, contando sul loro maggiore potere geo-politico e di influenza nelle istituzioni internazionali. Nel momento in cui l’Italia dovrà spremere sangue dai suoi cittadini per ridurre debito e deficit è tollerabile che Francia e Germania non si mettano altrettanto in ordine, con il rischio di riaprire l’eurocrisi? Leggi l'articolo integrale di Carlo Pelanda su Libero in edicola oggi 7 agosto