Fuoco tedesco
Anche la Germania scarica Monti:"Attenta alla democrazia"
Non è piaciuta in Germania l'intervista di Mario Monti di domenica 5 agosto a Der Spiegel. Il premier sostiene, in sintesi, che la crisi attuale dell'euro rischia di condurre a una disgregazuione dell'Europa e che per questo "le tensioni che da anni accompagnano l’Eurozona hanno già i connotati di una disgregazione psicologica dell’Europa" dice. Nel caso in cui l'euro diventasse un fattore di divisione europea, "allora verrebbero distrutte le fondamenta dell’Europa", Nell’intervista, ed è questo il punto che ha fatto arrabbiare i tedeschi, Monti ha mostrato apprezzamento per l’annuncio di Mario Draghi su futuri interventi della Bce, poichè il mercato dei titoli di Stato dell’Eurozona è da anni "molto turbato" e ha invitato i partner europei a "risolvere presto questi problemi" e i governi europei a conservare la loro libertà di manovra nei riguardi dei rispettivi parlamenti. Ha detto: "Se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra" afferma, "allora una disintegrazione dell’Europa sarebbe più probabile di un’integrazione". In realtà, la frase sotto accusa di Monti appare un trattato di realpolitik. Di fatto, Monti e gli euroburocrati non condividono i piedi di piombo e le ritrosie dei governi nazionali anche perché loro, a differenza dei singoli esecutivi, non hanno elettori cui rendere conto. L'intervista del professore, insomma, pare una resa dei conti tra l'Europa dei tecnici e quella dei politici, in uno scenario in cui tutti, per un motivo o per l'altro, hanno avuto l'interesse a non creare la cosiddetta Europa dei popoli. "Roma e Berlino non si capiranno mai": il video di Pietro Senaldi su Libero TV Pioggia di polemiche - Il segretario della Csu bavarese, Alexander Dobrindt, parla di "attentato alla democrazia", aggiungendo che "la brama di soldi dei contribuenti tedeschi spinge il signor Monti a un florilegio anti-democratico". "Il signor Monti ha bisogno evidentemente di una chiara risposta che noi tedeschi non saremo disposti ad abrogare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani". L'allusione è alla frase pronunciata nell’intervista da Monti, secondo il quale, "se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro Parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra, allora una disintegrazione dell’Europa sarebbe più probabile di un’integrazione. Se tutto scorre secondo i piani, rimarrò in carica fino ad aprile 2013 e spero di essere riuscito a quel punto ad aver salvato l’Italia dalla rovina finanziaria" dice. Dobrindt prosegue nella sua filippica contro il premier italiano spiegando che "non dobbiamo permettere che con la crisi dell’euro a prendere il sopravvento siano coloro che considerano un fattore di disturbo i diritti del parlamento ed il controllo democratico". Le affermazioni di Monti non sono piaciute nemmeno al deputato liberale Frank Scheffler, secondo il quale "Monti vuole risolvere i suoi problemi a spese dei contribuenti tedeschi e li impacchetta in una lirica europea". Anche il presidente dei liberali tedeschi al Bundestag, Rainer Bruederle, afferma che in fatto di riforme "bisogna fare attenzione a che l’Europa rimanga democraticamente legittimata". Negativa anche la reazione del vice capogruppo socialdemocratico, Joachim Poss, per il quale "l'accettazione dell’euro ed il suo salvataggio sono rafforzati dai parlamenti nazionali e non indeboliti". Il deputato della Spd aggiunge che in Italia "gli inenarrabili anni del berlusconismo hanno fatto soffrire il senso del parlamentarismo". La reazione della Merkel - Nella polemica è intervenuta anche la Cancelliera Angela Merkel, per mezzo del suo portavoce Georg Streiter, ha ribadito di non condividere i timori per «i rischi (di cui ha parlato Monti, ndr) di disgregazione dell'euro a causa della crisi sui debiti pubblici». Riguardo alla politica degli aiuti ai Paesi che ne facciano richiesta, ha aggiunto che «sull'eventuale via libera» alla richiesta della Spagna, «per parte tedesca sarà chiamato a decidere il Parlamento della Germania». La questione della sovranità - La reazione tedesca offre lo spunto per alcune considerazioni: dopo sessant'anni dalla sua nascita, nono esiste ancora nell'Unione europea un organo sovranazionale, neppure la Banca centrale europea. Nessun organo ha il potere di prendere delle decisioni contro il volere dei governi nazionali. In questo modo l'euro, come ha scritto Ernesto Galli della Loggi sul Corriere nel suo editoriale di domenica 5 agosto. "l'euro diviene un'arma insidiosissima nelle mani dei Paesi economicamente più forti contro quelli più debolli". La politica nazionale prevale sull'interesse comune dell'economia.