Grilli
L'Italia va a fondo e il ministro dell'economia che fa? Se ne va al mare
di Tommaso Labranca E Grilli disse un giorno alla formica: «Caro risparmiatore italiano, perché preoccuparsi dello spread? Fai come me, stacca la spina!» Pare proprio che Vittorio Grilli, nominato Ministro dell’Economia e delle Finanze appena due settimane fa, sia già così stressato da essere andato a rosolarsi sotto il sole di Lampedusa nell’ultimo fine settimana. Lo stress uccide. Uno se ne sta tranquillo nel suo ufficio di viceministro ben condizionato quando ecco Mario Monti che ti mette un cerino acceso in mano e ti dice: «Mollo l’interim, da oggi il ministro lo fai tu!» Tu resti lì con il cerino fumante e senti salire l’ansia al pensiero di Angela Merkel che sta lucidando l’elmetto prussiano. Allora, per salvare il sistema nervoso, fai come Caballero con Carmencita e dici: «Chiudi il gas e vieni via». Meglio chiuderlo il gas, visto che forse quest’inverno scarseggerà. Venerdì, mentre la Spagna bruciava, la Grecia era già tornata alla dracma e al paganesimo e l’Italia attendeva col fiato sospeso Circe e la riapertura dei mercati, Grilli pare sia decollato alla volta dell’isola siciliana, meta turistica ancora molto à la page, come dimostrano i sempre numerosi sbarchi di clandestini. Uomo di spiccata eleganza, forse il neoministro avrà deciso di affrontare il largamente previsto Lunedì Nero delle Borse con una carnagione in tinta. Nell’era di Internet in fondo non è importante dove sei. Dalle rive più meridionali d’Italia Grilli si sarà tenuto aggiornato sull’andamento della disperazione tramite il suo iPad. Grilli non è molto diverso dal suo singolare, Grillo (Beppe), che dirige l’indignazione via Skype dalla Sardegna. Ma Grillo è un cittadino privato, non è un ministro, non deve fornire nessun buon esempio a una nazione che è a dieci minuti dagli assalti al Forno delle Grucce. Monti aveva già istruito il suo clan di tecnici: poche vacanze, rigorosamente in Italia e soltanto ad agosto. Lo stesso Mario sarebbe andato con famiglia a Porto Recanati, una scelta che fa rigore e cultura al tempo stesso. Molti ministri hanno invece accolto con un mugugno il diktat montiano che rovinava il loro progettino: un mese intero sulle stesse spiagge estere in cui Belén Rodriguez si riposa, distrutta dal nulla che fa in città. Grilli non ha saputo rinunciare al suo minibreak, ma è un peccatuccio veniale. In fondo sono stati solo due giorni e in territorio italiano! Anzi, con la sua scelta il ministro ha persino contribuito ad aiutare la Sicilia in default. Sono questi i momenti in cui ci si sente abbandonati. Quando l’Europa trattiene il fiato per la paura, quando persino la Finlandia diventa egoista, quando non sappiamo che valuta avremo in tasca tra un mese. Quando più che mai serve un esempio, un invito a resistere, un segnale dato da qualcuno che occupa certe poltrone più scomode di un letto da fachiro, cosa ti fa il ministro? Parte e si rotola sulle spiagge di Lampedusa per meglio distribuire l’abbronzatura. Un po’ supino, un po’ Bocconi.