Il naufragio della Concordia
Nel naufragio morirono 34 personema Schettino è già libero
Il comandante Schettino è già libero. Il gip di Grosseto ha infatti revocato oggi gli arresti domiciliari al comandante della Costa Concordia naufragata al Giglio. L’avvocato Bruno Leporatti in una nota comunica che "il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Grosseto, Valeria Montesarchio, in accoglimento di istanza per la sostituzione della misura cautelare in atto, ha disposto la sostituzione degli arresti domiciliari nei confronti del comandante Francesco Schettino con l’ordinanza in data 17 gennaio 2012, con quella meno afflittiva dell’obbligo di dimora nel comune di Meta di Sorrento". Sull'istanza proposta dalla difesa dell’indagato il pm ha espresso parere favorevole "considerate le attuali esigenze relative alle indagini in corso" e la "possibilità per le forze dell'ordine di sottoporre a un adeguato controllo la condotta dell'indagato". Una decisione presa anche in prossimità della "scadenza del termine di durata massima in relazione alla fase processuale". Il prossimo appuntamento è fissato per il 21 luglio quando si terrà la seconda udienza dell'incidente probatorio sulla scatola nera. Il memoriale - E proprio i risultati della scatola nera rincuorano Capitan Codardo. "Confermano le mie dichiarazioni rese quando sono stato interrogato", scrive Schettino in un memoriale ai suoi legali, anticipato da Mediaset che sarà trasmesso stasera su 'Quinta Colonna' a Canale 5. "Come ho sempre detto - scrive Schettino -, ho applicato un piano che man mano si disegnava nella mia mente. Altrimenti non avrei potuto nè riferirlo ne ricordarlo. Attaccare me e il mio comportamento è stata la cosa più facile fin dall'inizio. Questa vicenda ha responsabilità e dinamiche molto più complesse. Io sono stato sempre sicuro delle mie dichiarazioni, tanto che ho sperato fino all'ultimo che fossero salvati i dati della scatola nera". Schettino scrive anche che la sera del 13 gennaio "la nave si è ribaltata di colpo. Ha fatto mancare il terreno sotto i piedi a me e a tutti coloro che erano con me sul lato destro. È triste per un comandante dover ricorrere alle testimonianze di altri per essere creduto". Provvidenza divina - In un altro passaggio del memoriale il capitano scrive: "In quel momento una mano divina si è sicuramente posata sulla mia testa. Se avessi continuato su quella rotta, avremmo colpito lo scoglio con la prua. Sarebbe stata un'ecatombe". "Il dilemma - continua il capitano sul naufragio della Costa Concordia - era: evacuare o non evacuare la nave? Evacuare oltre 4.000 persone con una nave in movimento ha i sui rischi. Disporlo sarebbe stato quasi una liberazione per me, ma la coscienza non mi ha concesso di farlo a cuor leggero...". Perciò, prosegue Schettino, "il rischio che le vittime fossero maggiori nessuno lo ha messo in conto, nessuno ne ha parlato ma era una concreta possibilità". Inoltre, Schettino evidenzia nel memoriale, che "a causa del black out, non ho potuto utilizzare il computer dedicato al calcolo dei parametri nautici in caso di falla. Non averlo, ha reso ogni scelta più gravosa e difficile". Vota il sondaggio di Libero: Schettino è già un uomo libero. Secondo voi è giusto?